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 La testa riattaccata
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/08/2021 :  22:28:01  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"La regina sul suo colore", avevo ben in mente la regola della disposizione dei pezzi sulla scacchiera, Marianna al fianco di Napoleone, la Regina di Inghilterra al fianco del Duca di Wellington e poi i cavalli, le torri, gli alfieri e i pedoni, la scacchiera e i pezzi raffiguravano la battaglia di Waterloo, la cura nel disegno di ogni figura ammirevole, mi mancava l'ultimo, un fante dell'esercito francese e mi si è fermato il fiato in gola, era spezzato nella scatola, la testa e il corpo staccati. Una scacchiera da sogno a cui avevo dato la caccia per mesi e avrei dovuto tirarla via dall'apposito tavolino dell'ufficio su cui l'avevo appoggiata poco prima, tutto fiero.

"Cosa c'è?", la mia segretaria aveva messo in attesa Wang all'altro capo del mondo ed osservava preoccupata il pallore del mio volto e i miei occhi sull'orlo di riempirsi di lacrime.

Raccolsi nelle palme delle mani la testa e il corpo del povero soldato francese e li avvicinai a lei, "la testa, gli è caduta la testa!", mormorai con voce rotta dall'emozione.

"La tua bella scacchiera della battaglia di Waterloo! E come è successo?", mi ha domandato perplessa e incredula.

Avrei potuto mentirle per cercare di sollevarle il morale e dirle che era accaduto nel corso del trasporto della scatola, ma preferii dirle la verità. "Il suo nome è ... dunque... si chiama Jean Marc Dulait, ha perduto la testa quando ha visto per la prima volta... dunque... Corinne, la figlia di una coppia di nobili della corte dell'ex re Luigi XVI, erano sfuggiti ai rivoluzionari e si erano rifugiati nella fattoria di famiglia nelle campagne della Provenza a coltivare erbe profumate, Jean Marc si era fermato a mangiare in una locanda diretto verso il porto di Marsiglia per arruolarsi con le truppe di Napoleone, lei era passata con un cesto di frutta e lui si era innamorato al primo sguardo e fu allora che perse la testa, sai com'è, l'amore è più letale della ghigliottina, si recò alla fattoria e si dichiarò e Corinne fu affascinata dalla dolcezza del giovane. Il loro incontro ebbe vita breve perché il battaglione a cui era stato assegnato Jean Marc partiva subito per il fronte. Ma lui ci arrivò con la testa altrove, l'animo separato dal corpo che non riusciva ad abbandonare il sentimento per Corinne. Ecco, così è successo che io mi sia ritrovato la sua testa e il suo corpo staccati e dovrò rimettere la scacchiera nell'armadio", ho concluso con amarezza.

"Toccante", replicò la mia segretaria sospirando, "siete una bella coppia comunque, non è che tu abbia proprio attaccata la testa al collo", aggiunse prima di ritornare alla telefonata con Wang a Hong Kong. "Allora Wang, siamo d'accordo, ho rimediato anche al tuo problema di spedizioni marittime", disse prima di riporre la cornetta e di rivolgere nuovamente il suo sguardo verso di me che ero in ginocchio singhiozzando con tra le mani i resti del mio povero amico Jean Marc.

"Tu aggiusti tutto", le ho detto all'improvviso, "tu puoi aggiustare anche Jean Marc!", ho esclamato. E la mia segretaria ha cercato nella sua borsa di Eta Beta ed ha estratto un tubetto di attaccatutto, "vado a colpo sicuro quando cerco nella mia borsa", mi ha spiegato, "la mia bimba mi mette dentro di tutto".

"Jean Marc, resisti, ti prego, siamo all'ospedale da campo delle retrovie e il migliore chirurgo di qualsiasi serie televisiva si prenderà cura di te!", ho gridato con entusiasmo al mio amico mentre consegnavo i suoi due pezzi alla mia segretaria.

"Ok, tienigli ferme le gambe che così gli verso un poco di attaccatutto sul collo", mi ha chiesto e io mi sono ritratto. "Ma che hai?", mi ha chiesto stupita. "Non sopporto la vista del sangue!", le ho risposto avvertendo che stavo per svenire.
"Va bene, allora aspetta fuori, farò da chirurgo e anche da equipe", ha sospirato con esasperazione.

E io sono uscito dall'ufficio e ho cominciato a camminare avanti e indietro nervosamente nell'atrio masticando un Mars al caramello dopo l'altro. Fino a che la mia segretaria è uscita, si è tolta i guanti e la mascherina e ho notato il suo volto stanco e ho provato un brivido scendermi dalle spalle :"no... Jean Marc...". Lei non ha detto nulla per alcuni secondi e io mi sono accasciato sul pavimento scuotendo la testa per cercare di cacciare la disperazione. "E' salvo, gli ho riattaccato la testa", ha detto allora la mia segretaria con un filo di voce. E dal profondo degli abissi mi sono ritrovato in cielo. Mi sono precipitato dentro l'ufficio e Jean Marc era in piedi sul tavolino del computer, la testa sul collo.

"Aspetta a rimetterlo sulla scacchiera, lascia passare qualche ora di modo che la colla faccia il suo effetto", la mia segretaria ha fermato le mie mani che stavano abbracciando Jean Marc. "Capisco, la convalescenza", ho risposto con tono collaborativo.

E all'ora di chiusura dell'ufficio ho appoggiato Jean Marc, di nuovo integro, sulla scacchiera al fianco dei suoi compagni.

"Ehi, ma...", il tono della mia segretaria era sorpreso, "guarda i suoi commilitoni sulla scacchiera, hanno tutti una penna rossa sul cappello, dove è la sua?". E in effetti la penna non c'era. Ed ancora una volta dovetti scegliere se mentirle per non farla preoccupare, raccontandole che era caduta chissà dove e che era introvabile oppure dirle la verità. E ancora una volta scelsi di dirle la verità.

"La penna rossa l'ha lasciata a Corinne quando si sono lasciati, un pegno, una promessa di tornare da lei". Le ho spiegato. E la mia segretaria ha alzato gli occhi al cielo ed è uscita per tornare a casa dalla sua famiglia. Come se avesse timore di ascoltare la verità.

E allora la racconto a voi.

Jean Marc sopravvisse alla battaglia di Waterloo e riuscì a tornare dalla sua amata Corinne alla fattoria nelle campagne della Provenza, Corinne trasse dal portagioie la penna rossa e le mani di Jean Marc si unirono alle sue per stringerla insieme. Si sposarono la settimana successiva e la fattoria Dulait divenne famosa per la qualità delle erbe destinate ai profumieri della vicina Grasse. E nei secoli dei secoli l'emblema della fattoria fu una penna rossa.
Jean Marc e io siamo rimasti grandi amici e spesso viene a trovare me e i suoi vecchi commilitoni sulla scacchiera e passiamo ore ed ore a parlare degli avventurosi tempi passati, di Waterloo e del medico miracoloso che gli riattaccò la testa sul collo.

Roberto Mahlab - I racconti dell'ufficio


   
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