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 Le grandi visioni
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Roberto Mahlab
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Inserito - 10/05/2020 :  23:42:34  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
Due relatori di eccezione lunedì sera al Palazzo Reale di Milano, alla conferenza "Le grandi visioni", organizzata dall'Associazione Italia Israele di Milano, in onore dei settanta anni di Israele.

Il professor David Meghnagi trasporta il pubblico in un affresco della Storia del Risorgimento italiano con Benedetto Musolino, un protagonista poco noto che sosteneva l'analogia tra la rinascita italiana e quella del popolo ebraico. Girava le cancellerie, da Lord Palmerston a Londra al sultano dell’Impero Ottomano per convincere i governi ad appoggiare un'idea nazionale del popolo ebraico anche per impedire alla Russia dello Zar di trovare uno sbocco sul Mediterraneo. E tutto questo mezzo secolo prima di Herzl.

Benedetto Musolino., calabrese di famiglia nobile, non era ebreo, eppure aveva chiara la visione che sarebbe stata una lingua comune, l'ebraico, ad unire gli ebrei dello Yemen con quelli di Varsavia.

La sua vita avventurosa lo portò nella Germania della riforma e nell'est Europeo, al carcere con Settembrini, nelle fila della rivoluzione napoletana contro i borboni del 1848, soffocata nel sangue al prezzo della perdita sua famiglia, a Roma a fondare una antesignana della Giovine Italia e nei moti della repubblica romana tra i combattenti ebrei provenienti dalla Polonia, da Parigi a Londra, alla collaborazione con Garibaldi nell’impresa dei mille.

La sua idea originale era quella della trasformazione di un popolo dalla emancipazione individuale a quella collettiva, dal diritto di uguaglianza personale all'idea nazionale, dall'Yiddish all'ebraico.

Era la proiezione dello specchio dell’Italia, dove anche Giuseppe Verdi aveva raccontato la sofferenza del popolo ebraico nel Nabucco per stimolare l'idea nazionale in Italia.

Il suo libro, “Gerusalemme ed il popolo ebreo”, comparve nel 1851, ma non ebbe una grande diffusione, fu riscoperto dal movimento sionista italiano nel 1951 e infine è stato David Meghnagi, 150 anni dopo, a curarne la nuova edizione.

Un libro e una esistenza che servono per gettare un ponte, la cultura europea ha bisogno di non perdersi per evitare le derive in luoghi comuni, è difficile combattere il nuovo antisemitismo se non si rimane fedeli al pensiero, i luoghi comuni banalizzano il pensiero.

Non è un caso, conclude il professor Meghnagi, che la dichiarazione di indipendenza di Israele del 15 maggio 1948 abbia avuto luogo in un museo.

Il secondo intervento è stato di Tzvia Walden Peres, figlia di Shimon, psicolinguista specialista in computers e scrittrice di libri per bambini e attiva nel campo delle disabilità, una signora che esprime luce, gioia e speranza in ogni sguardo, ci ricorda che Gerusalemme capitale di Israele ha settanta anni e che Musolino ebbe l'intuizione della lingua ebraica come collante sette anni prima di Ben Yehuda, il padre dell'ebraico moderno. Avere una buona idea a volte contrasta con il momento storico non ancora arrivato. Ed è importante riportare l'attenzione al libro di Musolino perché le idee precedenti vanno sempre riscoperte.

La signora ci racconta diversi aneddoti sulla straordinaria vita del padre, Shimon Peres leggeva moltissimo e non aveva tempo per tutto e così incaricava la figlia di leggere dei libri e poi di riportargli quali pagine fossero quelle interessanti.

Il futuro premier teneva alla massima che bisogna avere grandi visioni, che non ci deve essere spazio per i piccoli sogni e il suo sogno di una Israele all'avanguardia nella tecnologia si è poco a poco avverato, un piccolo paese innovatore, una start up nation, il cui compito adesso è diffondere le conoscenze agli altri paesi e popoli.

E così nasce il Peres Center per l'innovazione in un paese a cui mancano le risorse naturali e che le sostituisce con la testa pensante e così le tecnologie agricole sviluppate per il mercato israeliano oggi vengono esportate in Africa e in Asia, dall'energia solare per i villaggi all'acqua salata trattata e utilizzabile per l'agricoltura. E numerose sono le tecnologie sviluppate in Israele che tutti noi utilizziamo, dalle chiavette agli smart phone, tecnologie che abbattono i confini, non è più necessario il passaporto per viaggiare e conoscere e, la speranza, per raggiungere la pace diffusa. Questo è l'invito per le giovani generazioni, mai perdersi d'animo, sognare sempre in grande.

Shimon Peres nacque in un piccolo villaggio della Bielorussia, c'erano duemila ebrei e due biblioteche ebraiche, una per i testi in yiddish e una per quelli in ebraico e c'erano quattro scuole e Shimon frequentò quella di lingua ebraica, la lingua unificante come era nelle idee di Benedetto Musolino e nel 1928 emigrò nella allora Palestina Ebraica.

Partecipò ai più grandi eventi della Storia di Israele, dall'accoglimento della risoluzione delle Nazioni Unite del 1947 con la quale il futuro nuovo stato accettò un compromesso territoriale, fino alle decisioni per la creazione del reattore per le ricerche nucleari di Dimona e fu Shimon Peres a girare il mondo per ottenere i finanziamenti.

Aveva un ultimo grandissimo sogno, la pace che riteneva essere l’obiettivo definitivo per il successo di tutti i grandi sogni, vivere in pace e costruire il futuro, per Israele e per l'umanità.
E il pubblico ha avuto chiara l'analogia tra le due grandi visioni di Benedetto Musolino e di Shimon Peres. Redimere il passato affinché la rivoluzione non sia distruzione, ma costruzione, riprendere i sogni non realizzati nel passato perché non era ancora il tempo e renderli reali nel presente quando è giunto finalmente il tempo. Uno dei concetti del senso della Memoria.

Anche Moses Hess, viene ricordato, nella sua opera intitolata “Roma e Gerusalemme”, comparsa nel 1862, descrisse l’analogia tra la necessità della rinascita nazionale del popolo italiano e del popolo ebraico. Mi viene in mente che con le nubi oscure su Roma, guardare alla luce che proviene da Gerusalemme potrebbe essere una buona idea.

Roberto Mahlab - Concerto News System


   
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