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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 ^^^La vita non è un film^^^
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Shirin
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Inserito - 09/11/2004 :  10:15:20  Mostra Profilo Invia un Messaggio Privato a Shirin
In un film, qualunque esso sia, c'è la risoluzione di un intreccio più o meno complesso. Se nel film viene inquadrata una scatola di cerini prima o poi questa servirà ad un personaggio e così ogni singolo elemento sarà incastrato in modo utile.
La vita non comincia come un intreccio che richiede una conclusione, non è un racconto che può interessare se non faccio numerosi tagli, omissioni di cui potete fare a meno.
Nella vita si incontrano persone che a volte non rivedi mai più, fai cose ripetitive che nessuno ascolterebbe. Inoltre… Non sono sempre i buoni a vincere. Ma peggio ancora, non siamo solo buoni perché è nella natura dell’uomo avere mille sfaccettature.
Quindi sappiate che questo non è un racconto che avrà una conclusione coerente con l’inizio perché è solo vita.
E’ solo parte della mia vita.

Di quella notte ricordo vari momenti che ho riabbottonato nel tempo. La mente tende a cancellare gli shock e se non li rimuovi completamente hai sempre la possibilità di “aggiustarli”, di ricordarli diversamente da come sono andati.
Dormivo, erano circa le tre e mezza della mattina e all’improvviso urla.
Era un sogno?
Mi sono alzata dal letto e sono andata dove provenivano le urla.
Erano mio padre e mio fratello.
Mio padre camminava avanti e indietro in camera da letto ed era paonazzo in volto. Mio fratello stava sulla porta e urlava, chiamava i miei zii che dormono al piano inferiore. Io ho guardato e ho visto mia madre nel letto. “E’ morta, è morta!” urlavano.
Mi ricordo di essermi seduta di fianco a lei e le ho dato un bacio sulla fronte. Non sembrava morta. Aveva gli occhi chiusi e quasi un sorriso impresso sul volto. Mio padre è tornato di fianco a lei urlando e l’ha scossa dicendo che era ancora calda, non poteva essere morta.
Gli ho detto di smetterla di urlare, che urlare non serve a niente. Ero molto più fredda degli altri, piangevo, ma non ero disperata. I miei zii erano arrivati sulla porta e avevano chiamato il 118, ma era chiaro che non ci fosse più molto da fare.

Poco dopo ci dissero che le era scoppiata l’aorta, che se n’era andata via mentre dormiva e non aveva sofferto. Eppure era come saperlo già. La mattina presto informammo gli amici più cari e mentre mio padre urlava in sala piangendo io stavo con mia madre e le recitavo delle preghiere.
Posso dirvi che la sensazione più chiara che ricordo in quella camera era l’assenza. Non si può sapere se non la si prova, ma la stanza era come vuota. Se entri in una stanza e qualcuno sta dormendo, anche se buio pesto, hai la percezione della sua presenza. Nella camera in cui c’era mia madre non percepivi alcuna presenza.
Se n’era andata.
Contrariamente a quanto qualcuno potrebbe pensare, non la intendevo negativamente. Ero felice perché voleva dire che non aveva sofferto. Dio se l’era presa in una morte giusta. Quando si muore mentre si dorme è la morte dei giusti.
Il sogno è il confine più sottile con il mondo spirituale ed io immaginavo che lei avesse fatto un sogno bellissimo da cui non si era più svegliata.
La sera prima del funerale le diedi un bacio sulla fronte dopo una riunione di preghiere. Ci restai male perché era ghiacciata. Anche ora quando ci penso sento una sensazione sgradevole e quando qualcuno è molto freddo e mi tocca mi risale negli occhi quest’immagine.

Il funerale lo ricordo a tratti. So che c’erano molte persone, ma alcune di queste le ho confuse con altre che non c’erano e hanno saputo della sua scomparsa addirittura un anno dopo.

Il resto è per me molto difficile da narrare.
Io ero convinta che fosse in viaggio, che un giorno avrebbe aperto la porta e me la sarei trovata davanti. Forse avevo questa convinzione perché la morte non mi aveva mai toccato così da vicino e a 15 anni una persona che è cresciuta felice non ha la consapevolezza di cosa sia il dolore.

I pianti disperati arrivarono in seguito.
Le persone mi trattavano diversamente e invece di aiutarmi mi trattavano con pietà. A scuola i miei insegnanti non mi controllavano i compiti e mi sentivo trattata come una povera orfanella.
I miei compagni mi sorridevano e in qualche modo mi stavano vicini. Ma pochi sanno che il peggio arriva dopo parecchi mesi.
All’inizio, quando una vita così vicina alla tua se ne va, non te ne rendi conto. Acquisti consapevolezza con il tempo.
I ragazzi che frequentavo non potevano capire che la mia famiglia si era sgretolata, che i rapporti tra mio fratello e mio padre degeneravano, che io non passavo una notte senza svegliarmi almeno tre o quattro volte. Non era colpa loro.
Soltanto io potevo salvare me stessa.

I litigi divennero sempre più furiosi, a volte volavano sberle che non avevo mai ricevuto in vita mia e non passavo più un minuto stando con la mia famiglia.

Temo di essere arrivata vicino al baratro una volta.
Fu una sera in cui volarono parole pesantissime tra me e mio padre. Mi chiusi in camera e pensai: “adesso mi ammazzo”.
La tentazione fu enorme. Andare in bagno prendere uno di quei prodotti per pulire la casa e avvelenarmi.

Se tornassi a quel momento non so dirvi perché non lo feci. Stavo seduta per terra e ascoltavo le grida. Era tutto confuso dentro di me.

Ma posso dirvi che se l’avessi fatto mi sarei tolta l’opportunità che è la vita e da quella sera mi ripromisi di non pensare mai più al suicidio.

La risalita fu lenta e graduale, a volte ci ricado nel dolore, a volte sono felice, ma indipendentemente da questo mi sento una persona completa.
Con i miei mille errori per cui ho fatto soffrire mio padre, con gli errori che hanno commesso gli altri e hanno fatto soffrire me, sono riuscita a ricucire i rapporti.

Molte volte provo rabbia per la morte di mia madre. Se lei non se ne fosse andata io non avrei conosciuto la solitudine così da vicino.
Eppure quando mi guardo indietro con la mente lucida mi ritornano in mente i sogni. Vi sembrerà assurdo, ma ad ogni mio compleanno lei arriva nei miei sogni e mi porta ad una festa. Mi ha fatto vedere molti posti diversi tra loro.
Solo io posso dirvi che ho accarezzato animali fatti di fuoco ed ho visto un’intera campagna illuminata d’estate come se fosse natale.
Solo io l’ho abbracciata e rincorsa nei sogni, mentre lei doveva andare e non poteva voltarsi indietro.

Shirin


   
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