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 4 Favole e Racconti / Tales - Galleria artistica
 La casa sulla collina
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luisa camponesco
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Inserito - 24/08/2004 :  17:58:04  Mostra Profilo  Visita la Homepage di luisa camponesco Invia un Messaggio Privato a luisa camponesco
Quella sera, Giuliano rincasò di malumore, in ufficio niente era andato per il verso giusto, gettò la 24ore sul divano, si versò da bere.
Il liquore gli bruciò la gola ma lo fece sentire meglio, continuando a sorseggiare il suo brendy si diresse verso la finestra, il panorama non era dei migliori, un parcheggio, alti condomini, un quartiere non certo residenziale. Questo aveva fatto arricciare il naso più volte ad Elena, la sua fidanzata.
- Con la posizione che occupi potresti trovare un alloggio adeguato alla tua posizione - aveva più volte ripetuto.
In effetti, la sua professione di ingegnere in fisica nucleare lo aveva portato ad assumere mansioni dirigenziali sempre più importanti.
Certo, poteva permettersi un attico nella zona nord, la più elegante della città. Elena si vantava spesso con i suoi amici dell’attività di Giuliano e dei successi che otteneva con il suo lavoro.
In effetti, uno dei motivi del suo malessere, quel giorno, era stato proprio a causa di Elena.
- Caro ho visto una villa bellissima, farebbe al caso nostro, pensa è già arredata, si trova in cima alla collina, è stupenda e credimi, domina la città. E’ un pò cara, ma penso che per te non sia un problema.
La faccenda lo aveva alquanto seccato, Elena aveva progettato già tutto e a sua insaputa, dava per scontato che le decisioni prese da lei fossero condivise. Giuliano si sentiva in trappola, l’ambizione di Elena lo infastidiva e così istintivamente il suo sguardo si diresse verso la collina.
L’aveva osservata spesso e seguito con lo sguardo la linea curva e morbida dei suoi prati, il boschetto di castagni che si intravedeva sullo sfondo, ma mai pensato che un giorno avrebbe potuto abitarci.
Decise all’improvviso, posato il bicchiere, prese le chiavi della macchina si diresse verso la collina.
Non seppe cosa lo spinse a farlo, forse una reazione emotiva, dimostrare a sé stesso che poteva decidere da solo, la città era alle sue spalle ed era iniziata una salita dolce, ampie curve e la vegetazione diventava più fitta.
L’aria aveva un profumo di glicine che suscitava sensazioni nuove. Che Elena avesse ragione? Quella collina assomigliava sempre più ad un’oasi di pace. Certamente Elena l’avrebbe trasformata, con feste, party, inviti alla gente che conta. Sorrise amaramente, pensando alla sua fidanzata, bella elegante e sofisticata. Così senza quasi accorgersene giunse in cima alla collina.
Il boschetto di castagni era alla sua sinistra e dinnanzi un viale costeggiato da pini conducevano ad una villa in stile liberty. Fermò la macchina a lato della strada e proseguì a piedi, entrò attraverso una cancellata in ferro battuto finemente lavorata, un grande prato e numerose aiuole circondavano una fontana zampillante. Dovette ammettere, suo malgrado, che Elena aveva ragione, quel luogo era di una bellezza indescrivibile. Si avvicinò alla villa quando una voce femminile richiamò la sua attenzione.
La donna era china su di un’aiuola e parlava ai fiori come se questi potessero comprenderla.
- C’è qualcuno? - si girò di scatto, i suoi occhi erano azzurri e grandi.
- Mi scusi non volevo spaventarla - Giuliano si avvicinò tendendo la mano.
- Giuliano Arganti, piacere
- Serena Montaldo, piacere mio
Solo allora Giuliano si accorse che gli occhi della donna fissavano il vuoto.
- Si! Sono cieca – disse la donna - ma non si senta imbarazzato per questo. E’ venuto per la villa?
Giuliano si sentiva a disagio, la donna si alzò, per un istante perse l’equilibrio e Giuliano istintivamente fece per sorreggerla.
- La ringrazio, faccio da sola.- prese il bastone e si avviò verso la villa.
Giuliano si sentì uno sciocco.
- Vuole acquistarla? - la domanda lo colse di sorpresa
- Sii…no… mi scusi non so che dire - balbettava Giuliano e Serena sorrise mostrando candidi denti.
- Ho saputo che la villa è in vendita e volevo accertarmi... ma non credevo fosse così bella. E’ lei la proprietaria?
- Appartiene alla mia famiglia fin dagli anni 20, ma ora ... - sospirò - sono rimasta sola è troppo grande per me
- Mi spiace, vedo che è affezionata a questa casa e poi questo panorama è davvero splendido. Oh mi scusi non volevo...-
- Non sono sempre stata cieca, tutto ciò che mi circonda è sempre presente nella mia mente, posso dirle quanti alberi di frutta ci sono dietro la villa, quante aiuole, quanti fiori e anche il loro colore.
Rimase in silenzio Serena mentre si avviava verso casa, col suo bastone bianco con un incedere sicuro. Giuliano si diresse verso la sua macchina dopo aver dato un ultimo sguardo.
Il giorno seguente, nel suo ufficio, nonostante si forzasse di concentrarsi sul lavoro, il pensiero tornò a Serena e alla casa sulla collina, pensieri subito interrotti da una telefonata.
- Ciao amore - provò un certo fastidio nell’udire la voce di Elena - allora hai pensato a quanto ti ho detto ieri? E poi dobbiamo ancora stabilire la data del matrimonio, pensavo al 15 giugno, potremmo invitare anche il commendator Saveri e la sua famiglia. Sai quanto è importante per la tua carriera e poi il viaggio ai Carabi, sto già visionando alcune proposte ...
- Scusa Elena ma ho del lavoro che non può attendere, ti richiamo più tardi. - interruppe la comunicazione ignorando le proteste della donna.
Quella sera rincasando, non si spiegò come ma si ritrovò sulla collina, attese prima di scendere dall’auto. Si guardò attorno con la speranza di vedere Serena, non c’era nessuno la villa sembrava deserta. Deluso si accinse a risalire in macchina quando...
- Sento che è tornato. - la giovane apparve come d’incanto vicino ad un abete. Giuliano si sorprese e Serena lo capì
- A volte chi non ha più il dono della vista può vedere e più cose di altri. Venga le offro un tè
Giuliano la seguì, meravigliandosi di come avesse intuito la sua presenza.
L’interno della casa era sobriamente elegante, rivelava buon gusto anche se aveva visto tempi migliori. Il salotto in velluto verde scuro era accogliente, nel camino ardeva un ciocco di legna. Serena si muoveva con disinvoltura e senza bastone, scompare per un po’ nella cucina e Giuliano ne approfittò per guardarsi in giro. I quadri erano senza dubbio pregevoli, tutto era curato ed esprimeva serenità. Poco dopo la giovane ritornò con un vassoio e due tazze fumanti.
- Allora cosa ne pensa? Le piace?
- Sinceramente non so ancora cosa dire, sono ancora incerto.
- Non è questa casa che vuole - soggiunse mentre porgeva dei biscotti - lei è inquieto e lo sarà finchè non darà una svolta decisiva alla sua vita.
- Cosa intende dire?
- Lei ha già le risposte dentro di sè, deve solo cercarle, e avere il coraggio di cambiare rotta, perché quella che stà percorrendo ora non la condurrà da nessuna parte, tantomento potrà renderla felice.
- Non credo lei possa sapere... ma mi scuso non voglio abusare della sua ospitalità - Giuliano si alzò la conversazione lo aveva infastidito.
- Sono io quella che deve scusarsi, – la voce di Serena era incrinata dall’emozione - non avevo diritto di fare simili affermazioni, ma mi creda si ascolti e non abbia paura di essere sé stesso. Ascoltarsi, ma chi si credeva di essere quella donna, il fatto di essere cieca non la scusava lo aveva offeso, si sentiva come uno scolaretto messo all’angolo. Avvilito Giuliano entrò in un bar e ordinò un cognac, lo stava sorseggiando quando il cellulare squillò.
- Ma si può sapere dove sei? Ho prenotato al Cuba cafè, ci saranno anche i Tarantini, sai bene quanto possono essere utili per la tua carriera... - la voce di Elena aveva un tono duro.
- Scusami Elena ma è da parecchio tempo che ho una cosa da dirti.
- Dimmela ma fai in fretta – rispose irritata
- Vai al diavolo tu i Tarantini e tutti i tuoi amici. - chiuse la comunicazione e stranamente si sentì meglio.
Passò più di un mese, ma tornò sulla collina, la villa era chiusa, si allarmò, suonò più volte finchè apparve il guardiano.
- Scusi cerco la signorina Serena.
- E’ partita all’improvviso, ci ha sorpreso tutti, non avrebbe mai lasciato i suoi amati fiori, specialmente quelli di questa aiuola, posso solo dirle che era molto triste ultimamente.
- Non sa quando tornerà?
- Spiacente non lo so - si allontanò lasciando Giuliano stupito.

- Ha fatto un affare mi creda - il notaio strinse la mano a Giuliano, che, dopo aver firmato i documenti si appoggiò allo schienale della poltrona evidentemente soddisfatto.
- Quando intende trasferirsi?
- Oggi stesso - il notaio approvò con un cenno del capo.

Ci voleva un po’ di concime in quell’aiuola, pensò mentre l’innaffiava. Curava quei fiori ormai da un anno, da quando aveva acquistato la villa, li curava con passione ed erano belli e profumati, ne aveva piantati altri. Sovente si inchinava e parlava loro dolcemente, ogni tanto passeggiava lungo la strada, qualcosa gli diceva che un giorno lei sarebbe tornata e lui voleva essere lì pronto a tenderle la mano e non l’avrebbe più lasciata andare via, di questo ne era sicuro.


   
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