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 Torino: storia e....magia.
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Grazia
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Inserito - 25/09/2003 :  20:16:58  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
Torino è una città tutta da scoprire, iniziamo dal nome:

Nel III secolo a.c., lungo le rive del Po s'insediarono le prime tribù
"Taurine", discendenti da stirpi Celtoliguri e Galli, alla ricerca di terre da coltivare.

Durante l'espansione romana, fu teatro di guerre e alleanze con Roma, Giulio Cesare ne fece una postazione militare , e , durante l'accampamento di Augusto, prese il nome di "Augusta Taurinorum" (29-28 a.c.), dopo i Romani fu assoggettata ai Goti, i Longobardi e i Franchi.

Dopo lotte e alleanze fu concessa in feudo ai Savoia e , all'inizio del XV sec., le fu assegnato il ruolo di Capitale.

Tra il '600 e il '700 Torino si sviluppò in arte e cultura e divenne un modello di città ordinata con strade e corsi allineati, sua caratteristica principale.

I suoi Palazzi sfarzosi erano opera dei più grandi architetti: i noti Guarino Guarini e Filippo Juvarra, firme del barocco piemontese.

Durante il periodo Risorgimentale, 1861-1864, sarà Capitale del Regno d'Italia.

All'inizio del XX sec., con la perdita del primato politico di Capitale, inizia il grande sviluppo industriale e conseguente immigrazione dal Sud.

P.zza Castello è il centro e il cuore della città, una piazza particolarmente bella e importante.
Contornata da Monumenti e i famosi Portici, che riparavano dalla pioggia e dal sole il passeggio dei Reali dalla piazza fino al Po.




(foto by Grazia)

Al suo centro c'è "Palazzo Madama" (vedi foto), con il suo Castello medievale (vedi foto sotto), ricavato dalle vecchie porte romane e ristrutturato dallo Juvarra, chiamato così in onore a Madama Reale Maria Cristina di Francia.





(foto by Grazia)


Ai lati: "Palazzo Reale", il Palazzo della Giunta Regionale, della Prefettura, l'Armeria e la Biblioteca Reale (contenente opere di Leonardo Da Vinci) e il famoso Teatro Regio.

Dalla Piazza si aprono le vie principali: Via Roma, Via P.Micca, Via Po e la pedonale Via Garibali (una delle più lunghe d'Europa).

Il Palazzo Reale è bellissimo e sfarzoso, del '600, fu residenza dei Duchi di Savoia, dei re di Sardegna e dei Re d'Italia fino al 1865,
ampliato e ristrutturato da diversi artisti.
Si possono visitare gli appartamenti reali, sono riccamente decorati e arredati dal XVII al XX sec.

I Giardini Reali sono sul retro del Palazzo e sono stati ampliati con dei viali a raggera, degno di nota è il gruppo statuario dei Tritoni, che orna l'unico bacino superstite, allestito nella metà del '700.


Foto: Palazzo e Giardini Reali con fontana dei Tritoni.


Altri edifici importanti sono: Palazzo Cavour, dove nacque il grande
statista Cavour, Palazzo Barolo, dove visse Silvio Pellico e, in C.so Casale, si trova la casa di E. Salgari.

Ha un complesso di edifici storici, le Residenze Sabaude, riconosciute dall'UNESCO, Patrimonio Culturale dell'Umanità.
In città comprende: Palazzo Reale, Palazzo Madama, l'Armeria Reale, la Biblioteca Reale, Palazzo Carignano, il Castello del Valentino e nei dintorni diversi Castelli e regge, come la Reggia di Venaria Reale, la Palazzina di caccia di Stupinigi e il Castello di Rivoli (Museo d'arte contemporanea).

Il Borgo Medievale, nel verde del famoso Parco del Valentino, suggestivo e romantico con l'illuminazione serale, rappresenta una riproduzione fedele di un villaggio piemontese del '400 e La Rocca è una ricostruzione dei Castelli della Val D'Aosta e del Canavese.

Da ricordare: La Galleria Sabauda e il Museo Egizio (il più antico e secondo al Mondo per importanza), il Duomo con la Cappella della Sindone, La Mole Antonelliana e le Porte Palatine.

Di Torino si dice anche di "Città Magica", insieme a Lione e Praga, famosa per la Magia Bianca o benefica e a Londra e S.Francisco per la nera.

Molte sculture simboliche (rosoni, draghi, mascheroni, cani, leoni) collocate in vari punti della città, avrebbero valenza duplice per la magia bianca e nera, come due anime che si combattono.

La città si trova all'incrocio di due fiumi: il Po e la Dora Riparia, che rappresenterebbero il Sole e la Luna, oppure, a detta degli esoteristi, sarebbe il punto d'incontro di diverse linee sincroniche, un reticolo di linee o canali energetici, che avvolgerebbero il Pianeta, chiamati, anticamente dai Cinesi, "Schiena del Drago".

Inoltre, si narra, che il Principe Egizio Eridano, lasciato la sua terra d'origine, sbarcato in Italia e varcati gli Appennini, trovava un'ampia pianura, in prossimità del fiume Po, che gli ricordava il Nilo e fondava Torino, era il sec. XV a.c., sotto il simbolo del Dio Api. L'antico nome Eridano, dato al fiume Po, sarebbe derivato dalla stirpe dei Re Egizi, gli Eridanei, poi sopraffatti dagli Etruschi.

Nel corso dei secoli subì tante trasformazioni ma rimase la caratteristica magica.
Nelle Torri Palatine avrebbero soggiornato, sulla strada dell'esilio, Ovidio e Ponzio Pilato e inoltre: Paracelso, Cagliostro, Casanova, Nostradamus, che predisse il trasferimento della Sindone a Torino, ritenuta un simbolo magico.

Alcuni punti magici sono: vicino al fiume Po, sui ruderi di un Tempio ritenuto dedicato alla Dea Eizia Iside, fu costruita, nel 1818, su stile del Pantheon, la Chiesa dedicata, non alla Madonna ma alla Gran Madre di Dio. Questo è il punto massimo d'interesse esoterico positivo: le due statue, collocate ai lati della grande scalinata, rappresentano la Fede e la Religione. La Fede, a sinistra, tiene in mano un calice e con lo sguardo sembra indichi la direzione del nascondiglio del mitico "Graal".

Un altro punto positivo è la zona di Piazza Castello, con i Giardini Reali e la Fontana dei Tritoni e delle Nereidi.




(foto by Grazia)

All'ingresso del Palazzo Reale, ci sono due statue che rappresentano due divinità greche a cavallo: I Dioscuri Castore e Polluce (vedi foto sopra e sotto), i mitologici gemelli figli di Zeus (Dio Giove) che rappresentano, simbologicamente, la Luce e le Tenebre: i poli opposti che permetterebbero al Mondo di esistere e che fanno si che ci sia la Vita perchè c'è la Morte.




(foto by Grazia)

Piazza Statuto, invece, con il suo Monumento ai caduti per il traforo del Frejus e un piccolo obelisco dedicato a G.B. Beccaria, con alla sommità l'Astrolabio, sarebbe un punto negativo, perchè un tempo era la Val Occisorum, cioè il luogo delle esecuzioni capitali, infatti, durante la costruzione della ferrovia, venne trovata un'antica necropoli.
Secondo la fantasia popolare, in alcuni Palazzi: P.Reale, P.Barolo e al Museo Egizio, ci sarebbero i fantasmi di alcuni celebri personaggi.


La città di Torino è la città italiana più ricca di verde e viali alberati, Parchi cittadini e collinari.

I XX Giochi Olimpici invernali 2006 sono un evento che sta già cambiando volto alla città, sono in atto diverse trasformazioni e nuove strutture.

Per la felicità dei golosi, Torino e il Piemonte, sono famosi per l'arte dolciaria, primeggia il cioccolato Gianduja (cacao, zucchero e nocciole) e i famosi giandujotti, per non parlare di pasticcini e dolci vari.


Grazy

Edited by - Grazia on 31/05/2004 12:07:58

fravola
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Inserito - 26/09/2003 :  07:53:04  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a fravola
Che piacere immenso.Un regalo inaspettato.Leggere di Torino città a me tanto cara per ricordi,sogni,realtà e immaginario!

FravolaVai a Inizio Pagina

Grazia
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Inserito - 04/02/2004 :  18:44:55  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
Vorrei inserire questa bellissima poesia di Giosuè Carducci "PIEMONTE", vi ricordate quando dovevamo studiarla a memoria a scuola? Non eravamo molto entusiasti all'idea, ma il tempo passa e impariamo ad apprezzare le cose belle:

PIEMONTE

Su le dentate scintillanti vette

salta il camoscio, tuona la valanga

da' ghiacci immani rotolando per le

selve croscianti:

ma da i silenzi de l'effuso azzurro

esce nel sole l'aquila, e distende

in tarde ruote digradanti il nero

volo solenne.

Salve, Piemonte! A te con melodia

mesta da lungi risonante, come

gli epici canti del tuo popol bravo,

scendono i fiumi.

Scendono pieni, rapidi, gagliardi,

come i tuoi cento battaglioni, e a valle

cercan le deste a ragionar di gloria

ville e cittadi:

la vecchia Aosta di cesaree mura

ammantellata, che nel varco alpino

èleva sopra i barbari manieri

l'arco d'Augusto:

Ivrea la bella che le rosse torri

specchia sognando a la cerulea Dora

nel largo seno, fosca intorno è l'ombra

di re Arduino:

Biella tra 'l monte e il verdeggiar de' piani

lieta guardante l'ubere convalle,

ch'armi ed aratri e a l'opera fumanti

camini ostenta:

Cuneo possente e paziente, e al vago

declivio il dolce Mondovì ridente,

e l'esultante di castella e vigne

suol d'Aleramo;

e da Superga nel festante coro

de le grandi Alpi la regal Torino

incoronata di vittoria, ed Asti

repubblicana.

Fiera di strage gotica e de l'ira

di Federico, dal sonante fiume

ella o Piemonte, ti donava il carme

novo d'Alfieri.

Venne quel grande, come il grande augello

ond'ebbe nome; e a l'umile paese

sopra volando, fulvo, irrequieto,

- Italia, Italia -

egli gridava a' dissueti orecchi,

a i pigri cuori, a gli animi giacenti.

- Italia, Italia - rispondeano l'urne

d'Arquà e Ravenna:

e sotto il volo scricchiolaron l'ossa

sé ricercanti lungo il cimitero

de la fatal penisola a vestirsi

d'ira e di ferro.

- Italia, Italia! - E il popolo de' morti

surse cantando a chiedere la guerra;

e un re a la morte nel pallor del viso

sacro e nel cuore

trasse la spada. Oh anno de' portenti,

oh primavera de la patria, oh giorni,

ultimi giorni del fiorente maggio,

oh trionfante

suon de la prima italica vittoria

che mi percosse il cuor fanciullo! Ond'io

vate d'Italia a la stagion più bella,

in grige chiome

oggi ti canto, o re de' miei verd'anni,

re per tant'anni bestemmiato e pianto,

che via passasti con la spada in pugno

ed il cilicio

al cristian petto, italo Amleto. Sotto

il ferro e il fuoco del Piemonte, sotto

di Cuneo 'l nerbo e l'impeto d'Aosta

sparve il nemico.

Languido il tuon de l'ultimo cannone

dietro la fuga austriaca morìa:

il re a cavallo discendeva contra

il sol cadente:

a gli accorrenti cavalieri in mezzo,

di fumo e polve e di vittoria allegri,

trasse, ed, un foglio dispiegato, disse

resa Peschiera.

Oh qual da i petti, memori de gli avi,

alte ondeggiando le sabaude insegne,

surse fremente un solo grido: Viva

il re d'Italia!

Arse di gloria, rossa nel tramonto,.

l'ampia distesa del lombardo piano;

palpitò il lago di Virgilio, come

velo di sposa

che s'apre al bacio del promesso amore:

pallido, dritto su l'arcione, immoto,

gli occhi fissava il re: vedeva l'ombra

del Trocadero.

E lo aspettava la brumal Novara

e a' tristi errori mèta ultima Oporto.

Oh sola e cheta in mezzo de' castagni

villa del Douro,

che in faccia il grande Atlantico sonante

a i lati ha il fiume fresco di camelie,

e albergò ne la indifferente calma

tanto dolore!

Sfaceasi; e nel crepuscolo de i sensi

tra le due vite al re davanti corse

una miranda vision: di Nizza

il marinaro

biondo che dal Gianicolo spronava

contro l'oltraggio gallico: d'intorno

splendeagli, fiamma di piropo al sole,

l'italo sangue.

Su gli occhi spenti scese al re una stilla,

lenta errò l'ombra d'un sorriso. Allora

venne da l'alto un vol di spirti, e cinse

del re la morte.

Innanzi a tutti, o nobile Piemonte,

quei che a Sfacteria dorme e in Alessandria

diè a l'aure primo il tricolor, Santorre

di Santarosa.

E tutti insieme a Dio scortaron l'alma

di Carl'Alberto. - Eccoti il re, Signore,

che ne disperse, il re che ne percosse.

Ora, o Signore,

anch'egli è morto, come noi morimmo,

Dio, per l'Italia. Rendine la patria.

A i morti, a i vivi, pe 'l fumante sangue

da tutt'i campi,

per il dolore che le regge agguaglia

a le capanne, per la gloria, Dio

che fu ne gli anni, pe 'l martirio, Dio,

che è ne l'ora,

a quella polve eroica fremente,

a questa luce angelica esultante,

rendi la patria, Dio; rendi l'Italia

a gl'italiani.

"Piemonte" di Giosuè Carducci


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Grazia
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Inserito - 21/02/2004 :  20:52:57  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
La Reale Palazzina di Caccia di Stupinigi, nei dintorni di Torino, è stata nominata, dall'UNESCO, nel 1998, Patrimonio dell'Umanità', lo splendido gioiello architettonico, progettato da Filippo Juvarra nel 1729 e fu residenza estiva dei Savoia.

Tempo fa ho visitato la Palazzina ed è stupenda, ricca di arredi, l'interno è diviso in quattro appartamenti (Nuovo, Della Regina, Del Re e Dei Duchi), al centro c'è un salone davvero regale, grandioso, ricco di stucchi ed affreschi: li si svolgevano sontuosi ricevimenti e balli.

Il Parco è immenso e stupendo, vengono ospitate mostre e manifestazioni, tra le quali possiamo ricordare Giochi senza Frontiere.

Gli appartamenti sono arredati con mobili di vario stile, in prevalenza impero e barocco, con affreschi, sovrapporte e sculture, tutte opere di artisti torinesi.

Vi soggiorno' Napoleone, per oltre una settimana, prima di recarsi a Milano per l'incoronazione a Re d'Italia.

Tra i tanti personaggi storici che abitarono nella Palazzina, per periodi più o meno lunghi, possiamo ricordare la prima Regina d'Italia, Margherita di Savoia, Paolina Bonaparte e la Regina del Portogallo, Maria Pia che vi cerco' conforto e distrazioni per le sue sventure familiari e vi resto' fino alla morte.

Sono state girate alcune scene del film "Elisa di Rivombrosa" e , come in un romanzo, anche le camere della Palazzina di Stupinigi potrebbero raccontarci di celebri amori segreti, in particolare dei "convegni" di Vittorio Emanuele II con la "Bela Rusin", come il bel conte Fabrizio con Elisa...

Attualmente una parte della Palazzina e' adibita a Museo Storico dell'Ammobiliamento Artistico.

In questi giorni, purtroppo, la Palazzina è stata saccheggiata e molti mobili e dipinti sono stati rubati, un furto alla "Arsenio Lupin", ma il bottino non ha valore di mercato, sono tutti pezzi catalogati e invendibili.


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Grazia
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Inserito - 31/03/2004 :  14:05:03  Mostra Profilo  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Grazia
Grande successo anche per i luoghi usati per il set del film "Elisa di Rivombrosa", i castelli e i parchi sono diventati meta di turisti, magari convinti che esista il comune di Rivombrosa, come succede ad Agliè, comune in provincia di Torino, dove abitanti e ristoratori si sentono chiedere se esiste quel Comune e se Elisa ha abitato lì.

Il Castello è diventato famoso grazie al film, leggete cosa scrive La Stampa:

http://www.lastampa-nordovest.it/speciali/aglierivombrosa/



Il Castello Ducale di Agliè è sicuramente da vedere e rivalutare.

La sua origine risale al XII secolo, era un castello fortificato e apparteneva alla dinastia dei San Martino.

Nel '600 passò al conte e letterato Filippo d'Agliè, che lo trasformò in palazzo.

Nel '700 venne acquistato dai Savoia e subì altre trasformazioni.

Questa residenza, con ben trecento stanze, nel primo '800 fu scelta per la villeggiatura dal re Carlo Felice e da lui fatta in parte ridecorare e riarredare.

L'ho visitato qualche anno fa e ricordo il grande salone da ballo affrescato e stuccato, la quadreria e il salone da caccia e in più una preziosa collezione di reperti archeologici, un Castello superbo e maestoso, veramente bello.


Questo Palazzo è circondato da un giardino all'inglese e all'italiana e da un grande parco con alberi centenari, con bella fontana decorata da statue settecentesche.


Venduto allo Stato nel 1939 il Castello è stato destinato a museo di se stesso lasciandone immutate strutture e arredi mentre il parco è stato risanato, bonificato, e restaurato a partire dagli anni Ottanta con progressivi interventi.

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