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 La risposta la sa il vento
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Roberto Mahlab
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Inserito - 19/08/2021 :  19:45:26  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Roberto Mahlab Invia un Messaggio Privato a Roberto Mahlab
"Intanto che aspettate gli altri, perché non assaggiate il mio formaggio?". L'esperto di astrofotografia dei pianeti e io ascoltavamo allibiti l'uomo corpulento che ci mostrava la mercanzia del suo furgone sulla cima del monte Pertus. Cosa ci facesse un furgone per la vendita del formaggio lassù, andava al di là della nostra comprensione. Ma il vento aveva iniziato a soffiare, impetuoso e gelido e così per scaldarci un poco abbiamo accettato l'offerta del venditore. "Lei pensa che a sera il vento calerà?", gli abbiamo chiesto dopo aver pagato. "No, aumenterà", ci ha risposto con tono lugubre.

Ed ecco arrivare i due grandi maestri di astrofotografia delle galassie e nebulose che ci hanno colto con le mani nel sacco del formaggio, anziché a montare il telescopio dell'esperto dei pianeti e il mio astroinseguitore. Scesi dalle macchine però si sono resi conto del vento sempre più forte e così abbiamo deciso rapidamente all'unanimità di entrare nel tendone riscaldato del locale poco sotto la cima e abbiamo ordinato delle cioccolate calde. Intanto il vento aumentava di intensità e vedevamo gli alberi piegarsi. "Calerà?", abbiamo chiesto ansiosi al proprietario del locale. "Ma certo!", ci ha risposto sorridendo mentre il tendone oscillava. "Ok, chi esce per primo?", ho detto rivolto a tutti gli altri. "Tu", mi hanno risposto all'unisono, "dopotutto sei la recluta, vai ad iniziare a montare il tuo attrezzo e gela per primo e, se sopravvivi, usciamo anche noi".

L'astroinseguitore si compone di un treppiede su cui si monta un piccolo motorino e poi la macchina fotografica, è assai più semplice da assemblare e usare del telescopio e serve per riprendere gli oggetti più grandi, tipo le Pleiadi ed era questo l'incarico che mi aveva affidato il mio maestro, ovviamente sotto la sua supervisione, dato che era la prima volta per me.

E così, mentre il vento ormai ululava, la batteria di tre telescopi e un astroinseguitore si preparava ai compiti per i quali eravamo arrivati fino lassù. La prima vittima fu la custodia del mio treppiede, una folata di vento l'ha portata via verso la valle e io mi sono precipitato dietro alla fuggitiva ma, appena riuscivo ad avvicinarmi, il vento la spostava dalla parte opposta. "Ma dove vai?", mi richiamava incredulo il maestro. E fu un cane di una turista di passaggio a risolvere la situazione, forse pensando che avessi gettato la custodia apposta come se fosse un ramo, sfuggì al guinzaglio della padrona, bloccò la custodia tra i denti e me la riportò. Tornai dagli altri a testa bassa per non vedere i loro sguardi che mi trafiggevano, la dignità della corporazione degli astrofotografi scalfita.

I settaggi erano a posto e i quattro computers collegati agli strumenti iniziarono a scattare le sequenze delle fotografie dalle quali, con un software particolare, sarebbe stata creata una singola foto , naturalmente più foto si scattano, più il risultato della foto finale viene perfetto.

Un colpo di vento violentissimo spostò contemporaneamente i quattro strumenti, i tre telescopi dei maestri persero l'allineamento e tre grida di orrore si levarono verso le stelle. Lo sguardo lugubre del mercante dei formaggi ci lanciò un'ultima occhiata e poi il furgone ripartì, abbandonando noi e il vento da soli mentre calavano le tenebre della notte e nel cielo limpido compariva uno spettacolo di stelle da lasciare senza fiato per la sua straordinaria bellezza e questo esaltò i miei amici che si misero di buona lena a ripetere l'allineamento dei loro telescopi. Il mio astroinseguitore non aveva subito danni e procedeva a scattare, era arrivato alla seconda foto da quattro minuti, la seconda delle venti previste.

Appena gli amici ebbero finito il riallineamento, il vento ricomparve e spostò di nuovo i loro telescopi. E fu il momento in cui avvenne una vicenda che verrà riportata quando ci sarà il prossimo aggiornamento della Bibbia. "Eh no, adesso basta!", il mio maestro si era messo a gridare verso il cielo e per un attimo parve che il cielo avesse ascoltato, il vento si calmò, la temperatura rigida si trasformò in tepore primaverile e le farfalle si levarono dagli steli d'erba dei prati attorno. Ma era solo l'attimo in cui gli elementi della natura si stavano riorganizzando, come quando le onde si ritirano dalla spiaggia per poi ripartire a effetto tsunami.
Il primo computer a volare via per l'incredibile folata di vento successiva fu quello del mio maestro, poi si mossero i tubi di tutti i telescopi e poi volò via il mio computer e il mouse si trasformò in navicella spaziale che atterrò sul selciato dopo un salto di diversi metri.

I miei amici si guardarono l'un l'altro e senza proferire parola iniziarono a smontare i loro strumenti. Io recuperai computer e mouse e con sorpresa mi accorsi che il sistema non aveva smesso di scattare le fotografie. "Lascialo continuare", mi raccomandò il maestro e così mi posizionai per coprire tutto quanto dal vento con il mio corpo, mi sentivo gelare e facevo fatica a resistere dall'essere spazzato via. Allo scadere della quinta fotografia, anche il mio astroinseguitore gettò la spugna, un colpo di vento violentissimo aveva spostato il cavo di collegamento tra computer e macchina fotografica.

Fu la rotta. La resa. Il panico. La fuga. Mettemmo tutta la strumentazione alla rinfusa nei portabagagli delle auto, mentre il vento impazzava e la temperatura ci stava congelando volti, mani e piedi. "Via, andiamo via!", ci gridavamo l'un l'altro salendo scompostamente ai posti di guida, come fossimo sotto il fuoco del nemico in una missione di guerra.

In un file del mio computer era custodito l'unico possibile e improbabile risultato dell'avventura. Solo cinque fotografie, forse erano sfocate, chissà, non avevamo alcuna fiducia o speranza, una serata di completo fallimento collettivo, come la Storia mondiale dell'astrofotografia non aveva mai conosciuto.

Il giorno dopo il mio maestro aprì con delicatezza il file che gli avevo mandato e con sorpresa si rese conto che quelle poche foto erano riuscite e ne trasse quella che compare qui sotto : le Pleiadi.

Perché solo le mie foto? Di cosa voleva avvisarci il misterioso commerciante di formaggi comparso sulla cima della montagna? Perché gli elementi della natura non ci volevano? Quali catastrofi si erano scatenate nell'universo a seguito del litigio tra il mio maestro e il cielo? Chissà, la risposta, forse, la sa il vento.

Roberto Mahlab


   
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