Il coro Aspis che ha organizzato per il secondo anno consecutivo la “ 2° rassegna di canti popolari”ha completato la rassegna con un gruppo di canzoni alpine.
Il coro Aspis, coro amatoriale diretto da uno dei fondatori Gianni Filippini, è nato nel 1960 ed è tuttora attivo e vitale.

Ha iniziato attingendo al vaso repertorio del canto alpino, realizzato a quattro voci maschili, allargandosi via via a tutte le espressioni del folclore italiano.
Attualmente possiede un corpus di canti originali, grazie all’opera di validi musicisti, il Maestro Ernesto Tamagni, Enrico Tamagni, Roberto Fragale.
Vincitore di parecchi premi, anche quest’anno ha vinto il primo premio per il concorso di musiche per coro della Provincia di Milano.
Il concerto che vedrà la rassegna dei partecipanti, dei finalisti e del vincitore del concorso della Provincia, si esibirà , eccezionalmente e a titolo sperimentale, nella celebre Abbazia di Chiaravalle, alle porte della città, sabato 26 maggio c.a.
L’abbazia venne fondata nel 1135, Monaci Cistercensi che bonificarono i terreni,migliorando l’agricoltura e l’allevamento di bovini, con varie invenzioni, tra cui le celebri marcite,prati verdeggianti in ogni periodo dell’anno e in mezzo alle quali giace l’Abbazia con il suo straordinario campanile, la Ciribiciaccola dei Milanesi, svettante nell’ampio cielo della bella campagna lombarda.
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Le musiche presentate appartengono al repertorio tradizionale del coro Sat, che comprende anche “La leggenda della Grigna”, una leggenda lombarda, nella versione poetica di Luigi Cantucci, musicata da Vincenzo Carniel .
“Notte di Plenilunio” ispirata ai monti del trentino e in particolare ai gruppi del Sella e del Sassolungo, è stata scritta da Fabio Valli e musicata da Ernesto Tamagni.
Chiudeva “La montanara” cantata con grande ispirazione, ricchezza di sfumature, che ricreava la solitudine ricca di rumori della montagna.
Al termine ho intervistato, a nome di concerto di sogni, la presentatrice , e il maestro Ernesto Tamagni, che benché non ci incontrasse da molti anni, mi riconobbe dal passo e mi disse, “Ho visto Livio, qui in sala.” La percezione dei “non vedenti”: incredibile!
Dal punto di vista tecnico mi fece osservare che ciò che caratterizza le quattro voci maschili nel coro alpino è l’uso dei madrigalismi, che sarebbero gli effetti speciali di Gesualdo da Venosa e dei suoi contemporanei.
Io gli feci osservare che la più bela esecuzione di coro alpino, la sentii in cima alla Grignetta ( Grigna meridionale).
Giunta in vetta, tra il vento,l’emozione,ad un certo punto, da uno spuntone di roccia,al riparo dal vento, quattro ragazzi si rilassavano cantando quattro voci,con grande emozione di noi ascoltatori.
Miracoli e meraviglie della musica.

Elena Fiorentini
E.F.