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 7 Riflessioni
 la cultura musicale in Italia
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Elena Fiorentini
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Inserito - 01/04/2003 :  10:20:54  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Elena Fiorentini  Replica con Citazione Invia un Messaggio Privato a Elena Fiorentini
Carissimi
mi sarebbe piaciuto scrivere un ricordo su di un grandissimo compositore morto il 3 marzo di quest’anno all’età di 96 anni,Goffredo Petrassi, quando ho ricevuto il testo di una petizione da inviare ai ministeri della cultura e dell’istruzione.
Invio la risposta che ho dato all’amica che mi ha scritto e aggiungo il testo della petizione.scritta dal musicologo Carlo Brocchi del conservatorio dell’Aquila.
…………………………
Cara M.
ti ringrazio moltissimo per la cortese segnalazione,però....però.....
i musicisti,ohhhh i musicisti della stanza dei bottoni...... si sono accorti solo ora di non avere fatto le cose troppo bene gli ultimi quarant'anni.
Quel poco che si è ottenuto va attribuito agli sforzi di persone come me,la Emma e pochi altri che, per altro, non detengono nessun potere decisionale, ma si sono limitati a svolgere i compiti a loro affidati con grande professionalità e un entusiasmo che l'impegno non meritava... io non sono nemmeno stata gratificata nello stipendio....

Ora i vecchi discorsi fatti trenta o quaranta anni fa durante i nostri viaggi a Roma e lasciati pesantemente cadere, vengono ripresi, ma sono invecchiati anche loro. Anche loro hanno i capelli bianchi ma mostrano i segni della sconfitta.
Siamo messi male,ragazzi miei. Anch'io ho detto una preghiera per il grande Maestro scomparso, ma , quanto a firmare,non so, ci devo pensare molto,ma molto.......
Mi sono costruita il mio angolino piccolo piccolo, non dò fastidio a nessuno, scrivo di musica in un sito, faccio qualche concerto ogni tanto, sono contenta, non credo più di essere in grado di rifare un pezzo di mondo a mia misura. Ho conosciuto un gruppo di giovani musicisti. Si muovono in modo radicalmente diverso . Non so quanto riusciranno a fare, ma almeno intraprendono o tentano di intraprendere una strada nuova visto il fallimento della vecchia.
Con amicizia, cara Mar., ti abbraccio.Attendo anche il tuo commento sul mio pezzo [per pianoforte ]scritto per concertodisogni.
Elena Fiorentini
www.concertodisogni.it www.concertodisogni.com
forum di scrittura,racconti poesie

Testo della petizione

Al Ministro dell'Istruzione, Università e ricerca scientifica e al Ministro dei Beni culturali

La morte di Goffredo Petrassi ha reso il 3 marzo 2003 data storica per il mondo della cultura italiana e internazionale.
Eppure, sembra che gli organi d'informazione, gran parte del mondo della cultura e la gente comune non si siano accorti che l'Italia quel giorno perdeva una delle sue voci più preziose.
Goffredo Petrassi è stato Maestro per diverse generazioni di musicisti, esponente e rappresentante del pensiero musicale italiano in Europa e nel mondo, ultimo compositore di grande fama della sua generazione, insigne testimone e specchio dei mutamenti culturali e delle turbolenze storiche che hanno attraversato il secolo scorso.

Si può dire che Petrassi sia entrato nella Storia ancora prima di morire. Per questo motivo la sua scomparsa, e soprattutto la scarsa risonanza che essa ha avuto nel nostro mondo della cultura e dell'informazione, assumono un significato simbolico. Simbolico delle gravi disarmonie sofferte dalla musica nel nostro Paese, ben al di là della luttuosa perdita di un grande compositore e didatta quale Goffredo Petrassi. La televisione e i mass media riflettono una realtà sicuramente parcellizzata, ma non necessariamente distorta, e dall'analisi dei loro palinsesti risultano dati sociali presumibilmente oggettivi e, in questo caso, decisamente allarmanti: se la storia della musica (perché con Petrassi di storia si tratta e non di contingenza) non viene accolta nelle informazioni e nei commenti, vuol dire che essa non è un argomento sufficientemente conosciuto dagli italiani per meritare una degna collocazione.Lo scenario desolato del funerale di Petrassi, a cui hanno assistito poco più di cento persone (prevalentemente musicisti), le informazioni frammentarie fornite dai media, la totale indifferenza dei passanti suggeriscono l'immagine di un'Italia culturalmente arretrata. Se per cultura si intende anche essere consapevoli del processo storico all'interno della cronaca, quel giorno l'Italia ha mostrato un' allarmante superficialità.

Siamo arrivati al punto limite: bisogna operare per la sopravvivenza stessa delle radici della nostra cultura musicale. Un Paese come il nostro, in cui la musica è da sempre un bene internazionale, non può permettersi una simile superficialità.

In tale prospettiva, una gestione più lungimirante dell'istruzione di base è da considerare uno dei principi fondamentali dell'economia nazionale. Ci chiediamo innanzitutto come mai nei licei si studi Montale e non Petrassi, Kant e non Beethoven, Shakespeare e non Monteverdi (o Gesualdo). Non comprendiamo neanche come mai nei programmi scolastici non sia contemplato lo studio del linguaggio musicale (almeno nelle sue nozioni fondamentali), anche al di fuori dei licei musicali e dei conservatori. Al pari, di somma importanza sarebbe lo svolgimento della pratica corale in tutte le scuole di ogni ordine e grado, l'introduzione della materia di storia ed estetica musicale nei licei classico e scientifico, l'insegnamento della composizione nei licei musicali, la costituzione di orchestre giovanili e la presenza di almeno un auditorium in tutti gli istituti superiori e nelle università.
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Questa parte in rosso è importante,ma è il vecchio discorso.
In Italia c'è un esercito di musicisti che viene ad imparare in quella che è stata la grande scuola italiana e che va scomparendo.
Non mi sembrava giusto inserirla nel contesto della pezione del musicologo qui sopra.
Elena Fiorentini

   
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