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 Voglio una vita
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 08/06/2015 :  12:08:47  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Voglio una vita
-Voglio una vita da vivere con la figlia della fidanzata di mio padre-.
Così scrisse Vittorio in un suo tema svolto in classe. Era un ragazzino di tredici anni con un visetto pieno di efelidi, dei riccioli ribelli e al posto degli occhi due fanali verdi.
-Appena la vidi, me ne innamorai,- continuava il tema -ha cinque anni più di me, ma non m’importa. So che voglio trascorrere tutta la mia vita con lei-.
La sua insegnante fu incuriosita da queste perentorie affermazioni. L’elaborato risultava scritto con un’ortografia abbastanza corretta e l’argomento, che richiedeva di parlare del proprio futuro, era svolto ed incentrato attorno a questa mitica figura di adolescente dai capelli lunghi e biondi. La descriveva come un essere sublime, una ragazza ideale. Solleticava la curiosità di chi aveva il compito ed il dovere di leggere e correggere quel tema. Cosicché la docente, che aveva Vittorio in classe per la prima volta, intraprese delle indagini sulla sua famiglia e seppe che viveva con il padre divorziato e che non vedeva più la madre.
- E’ una strega e non voglio più sapere niente di lei-, aveva risposto alle domande che gli aveva posto sul conto della madre.
- Ma perché Vittorio, cosa ti ha fatto?-
- Lei non può immaginarlo! E’ meglio che non ne parliamo e che mi lasci stare-.
Diventava rosso in viso e con gli occhi colmi di lacrime.
- E’ sempre tua madre, non devi odiarla-.
- Invece sì, perché l’ho vista mentre era con quell’altro-.
In questi casi, un povero insegnante si chiede perché abbia scelto di fare il mestiere che fa.
Il ragazzo aveva iniziato a sfogarsi ed era pronto a raccontare tutto:
- Mio padre era partito e lei aveva fatto venire a casa il suo amico. Mi ricordo che la cercavo. Poi sono entrato nella sua camera e li ho trovati a letto. Sono corso al telefono e mi sono messo a gridare a mio padre ciò che avevo visto-.
Credo che non esistano psicologi che possano rimediare alle devastazioni che simili esperienze generano su un preadolescente, sulla sua psiche e sulla formazione del suo carattere.
Diveniva chiaro e spiegabile il perché Vittorio mutasse tanto spesso d’umore, perché fosse irascibile e permaloso, vendicativo, sempre pronto ad aggredire e a far male agli altri. Era intelligente, ma indirizzava male la sua sagacia e non riusciva a riflettere e ad essere tollerante.
Quando i compagni cercavano di socializzare con lui, si allontanava e se qualcuno gli usava qualche gentilezza, rispondeva sgarbatamente.
Disegnava sempre una barca su un mare in tempesta. Era un disegno a matita che ripeteva in continuazione sul diario e su tutti i quaderni. Una specie di sogno ricorrente, di mania, un disegno che rappresentava un’imbarcazione che affonda.
- Scusa Vittorio, ma cosa significa questo? Perché disegni sempre la stessa cosa?- La povera insegnante cercava di aiutarlo e di comprenderlo come meglio poteva.
- In questa barca ci sono mia madre e il suo amico che stanno morendo affogati-.
Le cause dell’odio sono certamente da ricercare nelle offese che riceviamo. Quel ragazzo sensibile era stato terribilmente offeso da ciò che aveva visto. Per di più non esiste sentimento d’odio che non sia accompagnato da desiderio di vendetta. Dunque Vittorio era assetato di rivalsa, pieno di rabbia contenuta. Era come se provasse piacere ad odiare. Il suo sguardo era spesso freddo e sarcastico. Il suo atteggiamento era perennemente disincantato. Aveva ricevuto troppo male dalla madre. Dopo essere stata sorpresa dal figlio, se n’era andata da casa con il suo amico.
Ma poi il padre aveva conosciuto una vedova con una figlia e adesso entrambe vivevano nella casa con Vittorio. Da quel momento, il ragazzo era cambiato. Diceva d’essere perdutamente innamorato di Sabrina, la figlia della convivente del padre. Una ragazza assai bella e più matura della sua età. Vittorio stravedeva per lei e quel nuovo sentimento d’amore l’aveva trasformato. S’era calmato, era divenuto più consapevole, più responsabile. Adesso era pronto a comprendere come si possano compiere le peggiori sciocchezze per amore. Aveva riflettuto su sua madre ed aveva iniziato a perdonarla. Quella donna che l’aveva tanto offeso, l’aveva fatto perché amava. Chissà, forse anche lei aveva voluto una vita da vivere con il suo nuovo amore.
Tra l’altro Sabrina era una persona che ancora credeva nei valori importanti dell’esistenza e gli aveva insegnato che bisogna essere tolleranti, altruisti, pronti a perdonare gli altri.
- L’onestà è la virtù più grande che un uomo possa avere-.
Vittorio un giorno aveva detto così. Poi i suoi occhi avevano guardato lontano. Certamente stava valutando l’onestà della sua mamma.
- Di sicuro, - gli aveva detto l’insegnante - i disonesti sono proprio quelli che ci fanno del male, Vittorio, e non sempre abbiamo la forza sufficiente per sopportare la cattiveria degli altri-.
-No-, aveva risposto - Sabrina direbbe che se vogliamo, possiamo tollerare e perdonare tutto, ma è proprio per questo che voglio vivere sempre con lei, perché solo lei mi da la forza per tirare avanti e sopportare-
- Ma si sarà accorta di questo tuo sentimento? Che ne pensa?-
- Oh! Abbiamo discusso spesso intorno all’amore!-
Talora nelle argomentazioni, sembrava un vecchio. D’altra parte si sa che il dolore fa crescere più in fretta i ragazzi.
- Dice che mi ha fatto bene essermi invaghito di lei, poiché solo attraverso l’amore l’uomo può essere liberato da se stesso-.
La povera insegnante restava esterrefatta a sentirlo ragionare così.
- Sabrina mi tratta come un fratello e afferma che tali dobbiamo essere e restare. Però dice pure che mi devo accettare così come sono e non mi devo odiare, poiché l’odio per se stessi è come l’egoismo, prima o poi porta alla disperazione-.
Quanta profondità di pensiero per un ragazzo così giovane!
- Credo anch’io che dobbiate considerarvi come fratelli, - aveva azzardato la docente.
- Macché fratelli!- esplose Vittorio -- Un giorno capirà che quello che provo per lei non è l’amore di un fratello, ma per ora non importa, si è più felici ad amare che ad essere amati-
Poi un giorno seppe che Sabrina aveva un ragazzo e ricadde nello sconforto.
- Vedi, lei s’è innamorata. Non puoi condannarla! Tu sei più piccolo e non puoi farci nulla-. L’insegnante temeva che ritornasse quello di prima.
- Sì lo so. Sono proprio sfortunato! Ma non si preoccupi, ormai ho imparato che la forza più grande nella vita è quella del perdono-.


Gabriella Cuscinà

   
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