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 L'urlo di Gibilterra
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 24/09/2012 :  09:22:17  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà

Michele e Giulia avevano programmato un’escursione di tre giorni a ‘Gibraltar’ e mai si sarebbero potuti aspettare ciò che accadde.
Una montagna alta, a strapiombo sul mare. In un primo tempo aveva ricordato loro il Monte Pellegrino, il monte della loro Palermo. Ma quella Rocca è più imponente e pare rappresentare tutta la prosopopea degli Inglesi, di coloro che ne hanno la giurisdizione da quando ne ottennero il possesso dalla Spagna nel 1713.
Giunti col pullman da Malaga in compagnia di alcuni turisti italiani, attraversarono prima la dogana spagnola e poi quella inglese. Ebbero modo di ammirare il panorama fantastico che si gode dal belvedere e poterono distinguere, di fronte, la catena montuosa del Marocco fra la quale si trova l’altra colonna d’Ercole, che è il monte Jebel Musa. Vi è anche un antico faro per le segnalazioni navali. Il canale che divide le famose Colonne è grandissimo visto da vicino, sebbene invece rappresenti uno stretto tratto di mare. Il panorama è fantastico, l’antica torre sulla Rocca è affascinante e di lassù sventola la bandiera britannica. Vedendo tutte quelle meraviglie, Michele e Giulia compresero il perché la Gran Bretagna non ha mai voluto mollare il possesso dello stretto. Vi è una base di sottomarini nucleari, vi è un cantiere navale, dove l’Inghilterra fa riparare le imbarcazioni; a parte che controlla pure l’ingresso di tutte le navi nel Mediterraneo.
La cittadina è molto simile alle altre dell’Andalusia, con le sue viuzze strette piene di negozi. Si sale sulla Rocca con dei pulmini che, mentre s’inerpicano su una via scoscesa sul mare, permettono di ammirare tutta la baia. Si arriva all’ingresso della grotta di San Michele. Localizzata a più di 30 metri d’altezza sul livello del mare, questa grotta con le sue stalattiti, è una delle più spettacolari d’Europa. È stata oggetto di visitanti sin dall’epoca della dominazione romana e, secondo una credenza popolare, non ha fondo. Da qui si origina probabilmente la leggenda secondo cui Gibilterra era unito al continente africano da un passaggio sotterraneo di circa ventiquattro chilometri. Infatti, alcuni studiosi sostengono che le scimmie della Rocca devono essere arrivate anticamente dall’Africa attraverso quel tunnel. Insomma all’ingresso della grotta, vi sono numerose bertucce che aspettano i turisti con le noccioline.
La guida aveva raccomandato di non dare nulla alle scimmie e soprattutto di non toccarle perché facilmente possono mordere. Aveva inoltre detto che esse talora seguono i turisti fin dentro l’ingresso.
Tutte codeste raccomandazioni avevano solleticato la fantasia di Michele e avevano stuzzicato il suo spirito da bontempone. Era un tipo faceto, dalla battuta facile e soprattutto sempre pronto a organizzare scherzi.
Tra i compagni di viaggio, c’era pure Melania, una ragazza assai giovane, graziosa e un po’ svampita. Badava sempre ad aggiustarsi i capelli e indossava abiti succinti.
Michele, a un tratto, pensò di farle uno scherzetto. Infatti, mentre nessuno se lo aspettava, da dietro, agguantò un calcagno della poveretta fingendo il morso di una scimmia. Melania emise un urlo così acuto e agghiacciante in confronto al quale quello di Tarzan era un ridicolo gridolino. La caverna ne amplificò il suono, riecheggiarono le pareti e gli anfratti, le stalattiti e le stalagmiti sembrarono tintinnare. Tutti si girarono costernati e qualcuno atterrito. Poi finalmente compresero lo scherzo e cominciarono a ridere. Invece Melania non si riprendeva dallo spavento, si toccava il petto e pareva respirare a fatica. Era diventata terribilmente livida, un pallore spettrale si era diffuso sul suo viso. Si accasciò per terra e non dava più segni di vita. A questo punto, lo stesso autore dello scherzo si preoccupò visibilmente, si chinò su di lei e cominciò a chiamarla: “Melania! Melania! Rispondi Melania! Era solo uno scherzo, non ci sono scimmie qui dentro.”
Sua moglie Giulia s’era pure chinata sulla ragazza e le dava leggeri buffetti sulle guance: “ Ehi, Melania, svegliati! Cosa ti succede? Non ci fare spaventare tu stavolta.” Ma lei non si riprendeva e non rispondeva.
Michele la prese in braccio e la portò fuori seguito da Giulia. Entrambi erano seriamente angosciati. La guida turistica chiamò l’ambulanza e disse che tra breve sarebbe giunta, però li pregò d’accompagnare loro Melania in ospedale giacché non voleva lasciare il gruppo.
Appena l’ambulanza arrivò, vi caricarono la ragazza sempre svenuta. A bordo c’erano un autista e un dottore che cominciò subito a visitarla. A sirene spiegate e a un’andatura considerevole, il pulmino intraprese a ritroso la strada in discesa.
Melania a poco a poco, si svegliò e diceva di non voler andare all’ospedale; in effetti, il dottore aveva spiegato che si trattava solo di un abbassamento della pressione arteriosa.
A un certo punto si accorsero che stavano slittando, udirono uno stridore di freni e la vettura prese a sbandare. Dopo di che ci fu un impatto violento. Il dottore, che era in piedi, cadde a testa in giù e rimase inerte. Michele, Giulia e Melania erano invece illesi.
Dal posto di guida non proveniva nessuna voce.
Michele guardò il guidatore e lo vide con la testa insanguinata reclina sul volante.
Il pulmino era ammaccato ma poteva ancora metterlo in moto. Non c’era da perdere tempo. I due dovevano essere trasportati di corsa all’ospedale, però, dove si trovava il medesimo? Spostò l’autista nella parte posteriore e lo adagiò sul lettino. Poi mettendosi al posto di guida, cominciò a chiedere ai passanti nel suo lacunoso idioma spagnolo: “ Dònde està el hospedal?”
Le persone lo guardavano inebetite e qualcuno cercò di spiegargli l’ubicazione del Pronto Soccorso. L’ambulanza procedeva e Michele sbagliava strada, si fermava e continuava a domandare alla gente incredula: “Dònde està el hospedal?” Un signore lo guardò esterrefatto ed esclamò: “Se husted no sabe!”
Mentre Giulia e Melania cercavano di aiutare alla meglio il dottore e l’autista feriti, finalmente giunsero a destinazione. In realtà i due avevano solo qualche taglio alla testa e qualche contusione ma nulla di grave.
Non si era mai sentito dire che il medico rianimatore di un’ambulanza fosse rianimato da una bella ragazza appena soccorsa. Tra i due nacque una dolce intesa che dura tuttora, e Michele ha promesso che farà da testimone alle loro nozze e sarà il padrino del loro primo figlio.


Gabriella Cuscinà

   
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