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 Il Corto e il Lungo
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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 23/01/2012 :  13:27:05  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Il Corto e il Lungo
Strane presenze in casa altrui. La signora Lia mi raccontò che quando era giovane, più di una volta ne ebbe la percezione. Era di statura media e molto magra, aveva ottantaquattro anni ed era sempre vispa e arzilla. Di grande vitalità, sapeva preparare pietanze succulente e gustose. Viveva da sola, senza badanti perché non ne aveva bisogno. Faceva tutto con le proprie mani: le pulizie di casa, stirava, cucinava e andava a fare la spesa. Invitava a cena le amiche con le quali giocava a Canasta. In gioventù aveva fatto l’insegnante, aveva avuto un marito medico e due figli che adesso lavoravano negli Stati Uniti.
Mi narrò alcuni episodi della sua giovinezza, per esempio che un giorno andò a trovare uno zio e questi l’invitò ad andare in salotto per vedere un dipinto. Ma proprio quando Lia cercò d’entrare, non riuscì ad oltrepassare la soglia perché ebbe la netta sensazione di essere respinta, come se qualcuno la mandasse via impedendole di entrare. Lo zio le chiese perché era rimasta sulla soglia e lei rispose che non riusciva ad andare avanti. Allora egli spiegò che il dipinto rappresentava la sua defunta moglie che ancora si aggirava per la casa e che probabilmente non voleva più essere vista e giudicata dalla nipote.
Un altro giorno Lia andò a trovare sua nonna che viveva con la sorella. Entrambe erano vedove e si facevano compagnia.
- Lo sai? –le disse una volta la nonna – Precedentemente in questa casa sono vissuti il Corto e il Lungo, due fratelli che odiavano tutti gli animali e non facevano altro che ammazzare, senza motivo, cani e gatti. –
Lia restò impressionata da tale notizia, ma la volta successiva che andò da sua nonna, vidi schizzare dietro di sé due sagome e si girò chiedendo se per caso ci fossero topi.
- Ma che dici! Che topi! Per carità, noi non ne abbiamo mai visti!-
Continuò ad andare in quella casa più spesso di prima, forse proprio per saperne di più sul Corto e il Lungo e poi perché non era convinta della faccenda dei topi.
La nonna di Lia, nel salone da ricevimento, aveva delle statue molto antiche. Lia iniziò a vedere comparire, dinanzi a quelle statue, delle strane sagome. Guardava meglio e le sagome erano sempre lì. Una volta lo disse alla nonna e quella rispose:- Ma che sagome? Di che sagome vai cianciando?-
Un giorno la nonna le chiese di andare a prendere un vasetto d’argento che si trovava proprio nel salone. Lia si rifiutò perché aveva paura e non voleva andare da sola.
- Ho capito! – esclamò la nonna – Quelle sagome! Tu continui a vederle nel salone. E’ vero? Le vedi ancora?-
Rispose di sì che continuava a vederle ogni volta che vi entrava.
- Sai di chi saranno? – continuò – Saranno le ombre del Corto e del Lungo!-
Restò di sasso. Non poteva credere una cosa del genere, ma lei stessa vedeva quelle sagome e non aveva mai capito cosa fossero, se ombre riflesse, scherzi della luce o cosa?
Continuò a vederle ancora per qualche tempo, poi scomparvero e non le vide mai più. Ma le sue percezioni continuarono. Infatti, andò ad abitare con padre e madre in un palazzo antichissimo e in una casa dai corridoi enormi. In quei corridoi talora vide passare delle suore. Le vedeva solo lei, gli altri familiari non vedevano nulla. Seppe successivamente che quel palazzo era stato un convento di clausura.
Da sposata abitò in un condominio molto elegante. La sua più cara amica stava al piano di sopra ed era rimasta prematuramente vedova.
Un pomeriggio, mentre Lia riposava, sognò il defunto marito dell’amica.
Questi la chiamava e le diceva di correre sopra perché sua moglie era in pericolo. Lei si svegliò di soprassalto e cominciò a sentire strani tramestii
provenire dall’alto. Uscì da casa quasi automaticamente e prese a salire le scale. Quando arrivò dinanzi la porta dell’amica, suonò ripetutamente il campanello. Nessuno rispondeva e Lia insisteva quasi indotta da una volontà superiore alla sua. Subito dopo la porta s’aprì e uscirono due giovinastri che se la diedero a gambe. In sostanza erano entrati con un sotterfugio e avevano imbavagliato la proprietaria per derubarla. Se Lia non fosse intervenuta a salvare l’amica, avrebbero ripulito la casa e, quel che è peggio, avrebbero fatto morire per soffocamento la poverina, che era già svenuta e respirava a fatica.


Gabriella Cuscinà

   
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