Elena Fiorentini
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Inserito - 21/12/2009 : 09:24:15
Preghiera Paolo Nissotti
Angilin, bel angilin ca purtavi i canistrin, pien di rosi, pien di fiur l'è nassü Nostar Signur. Nostar Signur l'è nassü a Betlem da mess a 'n bö e n'asinel, sansa fassa nè mantel Da fassà stu Gesü bel. Gesü bel Gesü maria tüti i Angiul in cumpagnia. Bela lüm, bel altar, bela messa da cantà! Quatar piaghi al mustrarà. Nostar Signur l'è mort gh'era nissüna ch'andava a corp L'Angiul cantava, la Madona pregava, Sant'Antoni in prucession diseva l' Üffissi e l'Urassion. Mi a m'na vò int-a-stu bel letin, trovi ses bei Angilin, tri da cò e tri da pè e la Madòna in mess ch'la disa: " Ca dorma, ca riposa, gh'abia pagüra da nissüna cosa, parchè gh'è l'Angiul Gabrièl ch'al fa ciar fin a dì cèr. Se doman marina mi non mi levass, l'anima mia, a Dio, mi la lass. Rosa Bianca, Rosa Spina, int la lüss dla matina cula Cruss tantu bèla splenduliva in cèl e in tera. In cèl e in tera splendurà. Chi la sa, chi la dis, un bel let in Paradis. Chi non la sa, chi non la cerca d'imparà, il Giorno del Giudizio, Malcuntent as truarà. La cadena al col e l' carbon suta la lengua, o da viv o da mort, bisogna imprendla.
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Elena Fiorentini
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Inserito - 21/12/2009 : 10:21:38
*** ** * Alcune osservazioni che possono servire da spunti per degli evntuali approfondimenti Lessi le prime parole di questa preghiera, Angilin , bel Angilin in un profilo di facebook. Desideravo saperne di più, perché mi erano parse particolarmente delicate e come spesso mi accade, il mio pensiero andò a www.concertodisogni.com per l’area di concerto bimbi. Scoprii che si tratta di una antica preghiera recitata nelle campagne del nord Italia ritrovata insieme ad altre da Paolo Nissotti, studioso di tradizioni popolari e dialetti, in particolare del Novarese. Mi fece notare che questa preghiera recitata dai contadini serviva a scacciare le paure della notte. Lo si legge chiaramente in questo verso. Mi a m'na vò int-a-stu bel letin, trovi ses bei Angilin, tri da cò e tri da pè e la Madòna in mess ch'la disa: " Ca dorma, ca riposa, gh'abia pagüra da nissüna cosa, parchè gh'è l'Angiul Gabrièl ch'al fa ciar fin a dì cèr.
...innanzitutto non era una preghiera Natalizia, anche se all'inizio sembra tale, tutte le immagini del Cristianesimo che trovi elencate ( Gesu' Bambino , Madonna Angelo, Sant'Antonio) servivano per autoconvincersi della Sacralità e serietà di quello che si stava dicendo. Poi ci sono 6 angioletti tutti intorno al letto, vere guardie del corpo contro gli spiriti maligni ( paure notturne ). La Madonna dirà pochissime parole, ma sono quelle giuste per il contadino che deve addormentarsi e deve dormire tranquillo. La Madonna introduce il discorso della luce." Tranquillo, vedrai che per tutta la notte un Angelo ti terra' la luce accesa fino al ritorno del sole." Poi un premio per chi sa questa orazione, e un vero e proprio anatema ( che oggi ci puo' far sorridere ma che un tempo, evidentemente, era preso molto più sul serio ) per chi non la sa. Ne esistono anche altre, ma questa e' quella piu' intensa e piu' completa. ( Paolo Nissotti) L'impresa di ricerca e raccolta di testi dialettali perché non scompaiano non è facile, in quanto le tradizioni popolari in Italia vennero a decadere lentamente prima che in altri paesi europei, quando Bartòk Béla e Kodàly Zoltan, studiosi di etnografia e musica popolare, dopo avere registrato, studiato e analizzato le melodie raccolte dai contadini ungheresi e transilavani, raccolsero un vastissimo corpus di melodie e testi originali impostati su modalità arcaiche e ne fecero l'oggetto principale di un metodo all'avanguardia per l'insegnamento della musica nelle scuole ungheresi, progetto relizzato ed esteso con modalità differenti a tutti i livelli di scuole dell'obbligo e scuole superiori. Gli antichi testi e melodie in Italia vennero sostituite gradualmente da un genere popolare - poplaresco sempre in linea con il rinnovamento del gusto, dello sviluppo degli strumenti musicali e in linea con i nuovi autori. Il Rinascimento nacque molto prima che in altri paesi europei e contribuì alla diffusione della musica e del teatro ad ogni livello, basti pensare alla musica napoletana, al teatro, alle villotte, villanelle, canti carnascialeschi mantenendo il genere profano in particolare, ma anche sacro, sempre in linea con i tempi. L'invenzione della radio fin dal suo primo apparire diede un altro colpo alla sopravvivenza di testi e musiche dal sapore arcaico. In alcuni casi le più antiche tradizione, leggende, racconti, storie, nenie, ninne nanne, orazioni, teatro popolare, i falò della vecchia Quaresima dopo che il fantoccio, prima di essere bruciato veniva rappresentato da attori che facevano la parte della Vecchia e di Re Carnevale,che subirà la stessa sorte, o la festa di Sant'Antonio Abate, diffusa in tutta l'Italia, da nord a sud. Le tradizioni schiettamente popolari restarono nelle campagne o nelle zone impervie da raggiungere, basti ricordare i racconti e le saghe delle Dolomiti e come ci dimostra Paolo Nissotti che raccolse un certo numero di orazioni dialettali oltre alla preghiera dell'Angiolin. Alcuni racconti di cui ho un vago ricordo, mi vennero fatti da mia nonna e da sua sorella, eccezionale narratrice e riguardavano la loro infanzia e i loro ricordi nella bassa lodigiana. Quest'estate venni invitata a passare un pomeriggio in una frazione di Lodi e la lieta brigata si divertì molto nel sentire raccontare frammenti di storia da loro oramai del tutto dimenticati. Meritevole più che mai Paolo Nissotti e tutti gli amici del dialetto novarese per l'impegno che si sono assunti nel conservare la nostra memoria. Passo la parole a Paolo Nissotti per ulteriori chiarimenti e precisazioni. Dopo avere letto la prima strofe gli chiesi : - 1 - Posso usare questa poesia per Natale? - 2 - che titolo metto? Potrebbe andare bene " Come pregavano i nostri vecchi - Preghiera novarese? ” Ebbi queste risposte: - 1 - Le prime parole che ho pubblicato fanno pensare ad una canzone di Natale, ma non è così. Si tratta di una preghiera molto più lunga recitata dai contadini alla sera per vincre le paure dell notte. - 2 - Come pregavano i nostri vecchi - Preghiera novarese Certo, però non solo nelle campagne di Novara. Queste orazioni venivano tramandate non solo nel tempo, di generazione in generazione, ma anche nello spazio, così di cascina in cascina, di paese in paese venivano insegnate ed imparate e adattate ai vari dialetti, mantenendo però qualche parola del dialetto precedente, che dava un sapore un po' esotico... e poi si cambiavano frasi.. concetti e via discorrendo. Risultato, di queste preghiere ce ne sono in giro una quantità enorme ed ognuna estremamente simile, ma diversa dalle altre. Ne ho trovate in Veneto come in Lombardia come in Piemonte. Con il suo notevole bagaglio culturale a disposizione, aggiunse anche questa notizia Faccio piccoli spettacoli in italo-novarese?? sono gratis neh!! una michetta e un bicchiere di vino e via..!!! eh eh eh...!!!
Biografia - Paolo Toschi - Le origini del teatro italiano (origini rituali della rappresentazione popolare in Italia) Universale scientifica Boringhieri) - Dario Fo - Manuale minimo dell'attore ( cura di franca Rame) ed. Einaudi - Bartòk Béla - Scritti sulla musica poplare ( Torino 1955) - Bartok Béla - Corpus Musicae Popularis Ungaricae (Budapest , 1951] consultare anche le voci in U.T.E.T - Dizionario della musica e dei musicisti
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