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Gabriella Cuscinà
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Inserito - 04/06/2009 :  16:54:02  Mostra Profilo  Visita la Homepage di Gabriella Cuscinà Invia un Messaggio Privato a Gabriella Cuscinà
Brevi manu

Mauro era il miglior amico di Lorenzo. Avevano studiato insieme sin dagli anni del liceo. Dopo la laurea in giurisprudenza, il tirocinio e gli esami per l’avvocatura, avevano aperto uno studio legale associato e lavoravano proficuamente essendo due valenti avvocati. Lorenzo non aveva mai presentato la fidanzata Mirella all’amico anche se gliene parlava spesso. Altrettanto aveva fatto Mauro che non aveva mai presentato Valeria a Lorenzo. Questo perché i due avevano studiato continuamente e non avevano molto tempo da dedicare ai divertimenti; il che sembrerebbe strano al tempo d’oggi. Ma tutto ciò avveniva molti anni or sono. Dunque frequentavano le fidanzate ognuno per conto proprio e preferivano stare con loro in momenti di assoluta intimità.
Dopo anni di fidanzamento e dopo aver iniziato a guadagnare, Lorenzo decise di sposarsi e organizzò una splendida cerimonia nuziale. Naturalmente invitò Mauro e Valeria.
Fu un giorno memorabile, coronavano il loro sogno d’amore!
Mirella era radiosa, vestita in satin color crema, acconciata con i capelli che le ricadevano morbidi sulle spalle e ricoperti da un velo di trine. Per la prima volta si conobbero tutti e quattro e la sposa familiarizzò subito con Valeria proponendo di rivedersi al ritorno dal viaggio di nozze. Infatti nella loro nuova casa i primi invitati furono proprio Mauro e Valeria e tra le due ragazze s’instaurò subito una simpatia che ben presto si trasformò in vera e propria amicizia. Però accadde che lo sguardo di Mirella indugiasse spesso sul viso di Mauro e lui se ne accorse. D’altronde l’avvocato Mauro Bianchi era un tipo molto avvenente, moro, con gli occhi azzurri, altissimo e con le spalle larghe, il classico macho che non passava inosservato. La sua fidanzata era graziosa, ma Mirella era più attraente di Valeria. Sicché l’interesse di Mauro nei confronti di Mirella assunse un diverso significato e anche in questo caso lei se ne accorse. Coloro che invece non s’erano accorti di nulla erano le controparti. Sta di fatto che Mauro e Mirella erano due bravi ragazzi, amavano i propri compagni e quindi mostravano tra loro una normale amicizia.
Valeria poco dopo organizzò insieme a Mauro la cerimonia nuziale. Quando Mirella lo seppe e fu invitata, sentì stringersi il cuore, ma rifletté che sarebbe stata la circostanza favorevole per tagliare la testa al toro. Lei non doveva assolutamente pensare a Mauro, sia per rispetto nei riguardi del marito, sia per lealtà nei confronti di Valeria.
Il lavoro dei due avvocati procedeva a gonfie vele. Le mogli facevano le maestre ed erano molto impegnate. Nei momenti di svago uscivano tutti e quattro e si divertivano scherzando e andando a ballare. Ma quando Mauro e Mirella danzavano insieme, sentivano battere il cuore e questo provocava loro un certo disagio e sconcerto. Era chiaro ormai che Mauro s’era preso una cotta per Mirella, ma non fiatava e faceva finta di niente, sicuro che in ogni caso sarebbe stato respinto. Infatti aveva capito che lei apparteneva a quella categoria di ragazze che restano fedeli. Cioè Mauro non le era indifferente, ma nello stesso tempo voleva bene al marito e si sarebbe fatta ammazzare pur di non fargli un torto.
Accadde una volta che Valeria partì per andare a trovare il nonno moribondo. Raccomandò il marito agli amici che assicurarono di vegliare su di lui. Una sera, dopo aver cenato insieme a Mauro, Lorenzo disse di dover fare un salto da sua madre. Lasciò dunque Mirella e Mauro soli. Non l’avesse mai fatto! Avvenne infatti l’inevitabile: lui s’avvicinò alla ragazza e la prese tra le braccia cercando di baciarla appassionatamente. Mirella fu presa alla sprovvista, ma un’antica educazione e un autentico senso del dovere la fecero irrigidire, difatti si scansò e l’allontanò con decisione. A questo punto lui si tirò indietro e chiese scusa, disse che non avrebbe mai dovuto permettersi, che aveva perso la testa e domandò di nuovo scusa. Dopo, sentendosi imbarazzato, mentre s’asciugava la fronte, cominciò a raccontare una sua vecchia esperienza. Lo fece nella speranza di ripristinare il precedente clima di amicizia e familiarità: “ Sai Mirella”, disse “nei primi tempi del nostro fidanzamento, io e Valeria abbiamo avuto una storia spiacevole. Infatti una giorno lei rimase sola a casa con un amico di famiglia che si rivelò un mascalzone poiché, essendo invaghito di lei, colse l’occasione per circuirla e cercare di sedurla. Naturalmente Valeria si divincolò e lo respinse proprio come hai fatto tu adesso. Ma dopo averlo mandato via, si sentì sporca e in colpa come se gli avesse ceduto. Invece non aveva fatto altro che respingerlo, quindi non gli aveva concesso nulla, eppure per lei era come se mi avesse tradito. Allora si mise a scrivere. Prese carta e penna e scrisse. Scrisse che voleva lasciarmi perché non mi meritava più, perché non m’aveva parlato di questo amico di famiglia che spasimava per lei. Scrisse che gli aveva permesso di toccarla e lui aveva cercato di approfittarne. L’amico non era riuscito nel suo intento, ma ugualmente lei si sentiva in colpa e per questo voleva lasciarmi. Non mi diede subito la lettera. Ci incontrammo ed era triste e pensierosa. Le chiesi cosa avesse, ma non volle dirmi niente. Poi, quando ci salutammo, mela diede pregandomi di leggerla solo quando fossi arrivato a casa. Così feci e dopo aver letto, avrei voluto strozzare quel farabutto, ma nelle stesso tempo pensavo che Valeria esagerasse e che in fondo non avesse nessuna colpa. Il mio cuore era pieno di tenerezza e la consideravo più innocente di prima. Si mostrava sincera e capace di grande fedeltà, onesta al massimo poiché avrebbe potuto tacere l’avvenimento visto che in realtà si era comportata benissimo. La chiamai al telefono e le diedi della sciocca. Le dissi che di tutto quello che aveva scritto non m’importava niente, che volevo solo lei ed ammiravo la sua onestà”.
Quando Mauro ebbe finito di raccontare, Mirella esclamò:
“ Dunque anch’io dovrei rivelare a Lorenzo ciò che hai cercato di fare. Ma vedi, ognuno di noi ragiona con la propria testa. Penso che tu possa essere scusabile, che io sono stata saggia e che mi sono comportata onestamente come fece Valeria a suo tempo. Solo che non vedo la necessità di spifferare la cosa perché non farei altro che inoculare il dubbio nelle mente di mio marito. Invece voglio lasciarlo sereno e tranquillo, capace di avere fiducia e di credere ancora in te. Tu però cerca di meritarla quella fiducia altrimenti la prossima volta, non lo dirò a Lorenzo ma direttamente a tua moglie”.
Eppure qualche tempo dopo, Mirella s’imbatté in un’altra lettera brevi manu. Le accadde infatti di uscire per andare a fare la spesa e mentre camminava tranquillamente, fu avvicinata da Giacomo, suo collega di scuola: “Ciao carissima! Dove vai? Non ci crederai ma stavo venendo da te per lasciarti questa lettera”.
“Davvero? E perché? Ci vediamo ogni giorno a scuola!”
“Sì, ma questo non telo potevo dire sul luogo di lavoro. E allora ti ho scritto”.
Mirella s’accorse che l’amico era divenuto paonazzo. Per discrezione, aggiunse: “Va bene, va bene, come vuoi”.
Prese la lettera e l’amico le raccomandò di leggerla assolutamente in privato. Naturalmente la curiosità era forte e, seduta su una panchina, cominciò a leggere. Aveva sempre considerato il collega un semplice amico e un compagno di lavoro efficiente e preparato, invece scoprì che Giacomo era segretamente innamorato di lei. In quella lettera le dichiarava il suo amore inconfessato, celato per timidezza e per paura di essere deriso. Mai si sarebbe aspettata quella dichiarazione!
Lesse:
Cara Mirella,
ciò che sto scrivendo non sarei mai capace di dirlo a voce. Da quando sei arrivata nella nostra scuola e ti ho conosciuta, ho cominciato ad amarti, dapprima inconsapevolmente, poi pian piano mi sono reso conto di non poter più fare a meno di te. Non te l’ho mai dimostrato e tu non l’hai mai sospettato perché mi sono sempre guardato dal farti capire qualcosa, nel timore che ti allontanassi da me. Tu sei sposata e io no. Per te sono sempre stato l’amico fraterno e il collega di lavoro, quindi forse ho poche speranze di essere ricambiato. Se è così, straccia questa lettera e domani quando mi rivedrai, sorridimi e io capirò. Se per caso, non ti sono indifferente come uomo, prendi il telefono e chiamami. Mi renderai la persona più felice della terra.
Un caro abbraccio.
Giacomo

Mirella rimase con il foglio a mezz’aria e rilesse. Non poteva credere a ciò che v’era scritto. Roba da matti! Ma era scemo Giacomo? Cosa voleva da lei? Cosa sperava? Mah! Comunque l’indomani rivedendolo, gli avrebbe sorriso e avrebbe fatto finta di niente. Nel frattempo doveva stracciare immediatamente quella lettera.
L’amica Valeria s’era fatta trasferire nella sua medesima scuola, quindi anche lei conosceva Giacomo. Naturalmente non tardò a conoscere quella novità. Ne fu sorpresa e si mise a ridere. Tuttavia giustificò il povero collega dicendo che anche lei nel passato, quando era fidanzata, aveva scritto a Mauro una lettera e gliela aveva consegnata a mano. Raccontò dell’amico di famiglia che aveva cercato di sedurla. Mirella si sentì gelare il sangue, rimase attonita e ascoltò una storia che conosceva perfettamente. Adesso le veniva raccontata da Valeria in tono confidenziale. Si sentiva fortemente imbarazzata. La sua più cara amica non doveva sospettare che lei sapeva tutto, e meno che mai come l’avesse saputo. Purtroppo invece alla fine, esclamò inavvertitamente: “ Sì, sì, lo so”.
Negli occhi dell’amica comparve prima la sorpresa, poi l’incredulità e disse: “Come lo sai?”
“Che cosa? No, no, volevo dire che l’immagino”.
“Ma immagini cosa? Come puoi immaginare una cosa del genere!”
Il panico è una brutta bestia e Mirella si sentì assalita da un senso di panico orribile! Annaspò e cercò di essere il più credibile possibile: “Certo, certo, assentivo e ho detto così per dire. Ho capito che tu hai confessato una colpa che non avevi. Secondo me, non avresti mai dovuto dare a Mauro quella lettera”.
Ormai la frittata era fatta e lei non era stata del tutto convincente. Tra l’altro Valeria era una persona intelligente, infatti era rimasta molto perplessa e replicò: “ Tu hai detto che lo sapevi. Ma sapevi cosa? Che io diedi una lettera a Mauro? E chi te l’ha detto scusa? Lo sapevamo solo lui ed io.”
Il viso di Valeria era divenuto pallido. Mirella capì di dover adoperare tutte le sue arti di persuasione e incalzò: “Io non sapevo niente e ho detto che sapevo per dire che capivo. Non sapevo assolutamente che avevi scritto a Mauro di volerlo lasciare. Ma che vai pensando Valeria! Però mi pare una cosa sbagliata ciò che hai fatto.”
Valeria aveva fiducia nell’amica e, a poco a poco, si tranquillizzò e il suo viso riprese un po’ di colore.
“Sai,” disse, “per qualche momento ho sospettato che Mauro ti avesse già parlato di questa storia o magari che ne avesse parlato a Lorenzo. Se così fosse stato ci sarei rimasta malissimo perché sono gelosa di ciò che mi riguarda e non voglio che se ne parli. Questo lui lo sa”.
Il pericolo era scampato ma per Mirella era stato un quarto d’ora indimenticabile! Avrebbe preferito sprofondare; si era trovata in una situazione assurda. Si chiedeva infatti cosa avrebbe detto Valeria se avesse saputo che il proprio marito si era comportato esattamente come il suo amico di famiglia.
Comunque tutto è bene quel che finisce bene. L’amicizia tra i quattro è durata per sempre. Le coppie hanno avuto rispettivamente due figlioli i quali, a loro volta, si sono sposati e li hanno resi nonni.

Gabriella Cuscinà

   
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