Il monte Musiné

L'aria è leggera e limpida, quella sensazione di disagio che avverto quando si parla di Torino, a Collegno non esiste.
Elio, nato a Milano, non sembra avere troppo sofferto perché l’”aria magica” di Torino prima di trasferirsi a Collegno non lo disturba affatto. Tutte le stranezze al di là della logica, l'hanno sempre incuriosito, a partire dagli spiriti evocati con l'alfabeto e altri eventi da cui resto alla larga, solo il parlarne per dovere di cronaca m’ infastidisce non poco.
Domenica scorsa siamo stati invitati a trovare la nipote Natalie, per conoscere la piccola e il marito. Natalie abita con la famiglia in una località sulle pendici di un monte non lontano da Collegno, al limitare di un bosco, in mezzo ad altre casette e non lontano da una rassicurante chiesetta appena restaurata.
A qualche manciata di chilometri dalla città ci ritrovammo intorno al fuoco di una casa rustica, ben ristrutturata e, tra chiacchiere e giochi coi bimbi, cominciamo a indagare sulle curiosità locali, come accadeva nei tempi antichi, anche se qui , oltre al fuoco scoppiettante, c'era anche la televisione accesa a tenerci compagnia.
"Questa casa era stata abitata da due sorelle, erano due streghe “bianche”, cioè “buone”, e non facevano male a nessuno", osservò il nostro ospite e aggiunse "D'altra parte scavando un po' qua fuori, in cortile, qualche cosa di strano esce sempre: una volta abbiamo trovato un osso lungo, lo portai ad un esperto che disse essere un vecchio femore, poi trovammo un nanetto sepolto sotto un abbondante strato di terra. Non era un vero nanetto, ma uno spiritello di gesso dei paesi del Nord ...un troll? Sì, è un troll ed era sprofondato nel piccolo fazzoletto di terra che desideriamo mettere a giardino e, chissà, magari a scavare ancora sotto la gettata di catrame del cortile che cosa si potrà trovare. "
Le chiacchiere vertono ora sugli animali del bosco, cinghiali, volpi e animali di vario genere, insetti , dalle cimici agli scarabei, ai maggiolini e tutti cercano di infilarsi in casa... ad un tratto la mamma di Natalie sbottò:
"Si può sapere perché non sei venuta a casa mia, quando ti sei trovata nella neve? Tu sei matta, perché hai lasciato l’auto per salire a piedi per la strada innevata, sola, di notte...non ridere, qui vicino c'è il monte Musiné! Non scherzerei con gli Alieni. Dovevi salire in auto e tornare indietro. "
"Cosa?" sono curiosa, mi faccio ripetere il nome del monte. Il Musiné è un antico vulcano dove sono state trovati antichi disegni incisi sulle rocce
Dalle streghe bianche, ai troll sepolti, ora si apre un nuovo ipotetico mondo, quello degli Alieni, ipotizzati dagli ufologi. Lilly, la moglie di Elio, dotata di spirito pratico, poco incline a voli di fantasia, affermò di avere visto, insieme a tutti i suoi familiari e agli abitanti del luogo con il naso all'aria, le meravigliose luci ferme nel cielo sopra il monte Musiné, rimaste ferme per alcuni minuti, variando sempre colore, uno più bello dell'altro.Qualcuno racconta che fu sopra questo monte che Costantino lesse nel cielo "In hoc signo vinces", luogo sconfessato dagli storici e il celebre carro volante di Erode. Effettivamente le cronache dei giornali hanno spesso scritto dei fenomeni luminosi del Monte Musiné; ne parlarono anche i quotidiani a diffusione nazionale e i telegiornali.
Su questa bizzarra montagna sono sempre esistiti questi fenomeni; gli antichi li attribuivano a maghi e streghe, ora più disincantati, gli ufologi, moderni stregoni, pensano agli Alieni; era proprio a "loro", ai misteriosi e ipotetici abitanti dell’interno del monte, che la mamma di Natalie pensava, temendo un eventuale rapimento.

Tra tutte le immagini del Musiné che ho trovato nei vari siti di internet, questa (protetta dalla common license) è quella che più suggestiva.
Avevo notato, che un lato verso la cima era brullo e secco, e pensavo ad una esposizione particolarmente soleggiata, non è così, è la sua caratteristica dalla fine del sec.XIX ( vedi articolo nel link a piè pagina)

"Perché dici questo?" incalzai. "L'ho letto sul giornale che acquista mio padre" II giornale dei misteri"
Conosco “Il giornale dei misteri”, me n’ero procurata una copia perché desideravo leggere una lettera scritta alla redazione da Elio, dove raccontava un "incontro astrale" con la sua amata, che non aveva più rivisto da sessant’anni, deceduta poco prima che Elio la ritrovasse dopo una ricerca con “Google” . Decisi di non dire nulla ai cugini incuriositi, perché mi sembrò che non ne sapessero alcunché.
Intanto si era fatto buio; era un buio inquietante, secondo mio figlio, piombato all’improvviso dopo una giornata piena di sole, luci e colori. La strada da Milano a Torino era suggestiva per la vista delle Alpi innevate fino a bassa quota; non saprò quando mi capiterà ancora di assistere a una simile meraviglia della natura.

Scesi nel parcheggio sottostante, l'antifurto dell'auto cominciò ad impazzire: non si accendeva, poi suonò l'allarme dell'antifurto, le serrature si aprirono e si richiusero più volte.

"Fa tutto da solo, appena la macchina si apre, fiondiamoci all'interno e partiamo veloci come il vento, andiamo via di qui al più presto." Mio figlio era preoccupato, forse i racconti l'avevano messo in stato di tensione.
"Si tratterà di un piccolo campo magnetico" borbottai non sapendo esattamente che cos’è esattamente un campo magnetico, "A casa dei due ragazzi non c'era nulla di anormale."
Ad ogni modo, arrivati a Milano, provammo più volte il telecomando che ricominciò a funzionare alla perfezione, come se nulla fosse accaduto.

Come poteva essere accaduto? La vendetta di qualche strega bianca arrabbiata perché non abbiamo creduto alle loro storie? Un campo magnetico, una spiata degli Alieni dei cieli del Musiné, ora , secondo la nuova leggenda, diventati abitanti dell'interno dell’antico vulcano?

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