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 La Chinatown di Milano . via Paolo Sarpi
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Elena Fiorentini
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La Chinatown a Milano
Via Paolo Sarpi



foto da vol. 6 di "Le strade di Milano" - Newton -Periodici
Ni Hào , Ciao !
Cercavamo via Verga e finimmo in via Paolo Sarpi.
Questo inaspettato incontro con la via più famosa di Milano, dopo c.so Vittorio Emanuele e c.so Buenos Ayres, mi indussero a raccogliere alcuni pensieri tratti dalle mie scarse conoscenze sul popolo cinese, ospite prima, poi integrato nella nostra città, pur mantenendo la propria, a Milano da quasi cento anni.
La bella serata, la via piena di gente, i famosi carrelli di cui parlavano i giornali, che avevano causato dissidi tra vigili e titolari dei magazzini, sono scomparsi, ne vedo uno solo, le vetrine sono bellissime e ricche di articoli italiani, alcune hanno le insegne con i caratteri cinesi; ammiro le borse di pelle, l' abbigliamento, l'oggettistica, roba bella e, a chi interessa, anche griffata, con i nomi più famosi della moda, a prezzi competitivi...ecco la nuova Chinatown milanese, indicata dalle guide turistiche di tutto il mondo. Una Chinatown, a quello che leggo nel portale ufficiale dei rapporti Italia Cina, del tutto fuori dagli schemi, per l'originale commistione tra Cinesi e Milanesi. Ecco perché una vera Chinatown a Milano non è mai stata uguale alle altre, che si assomigliano tutte.
Le case di via Paolo Sarpi sono quelle della Milano antica, quella della cartoline color seppia, le vetrine invitano a fare acquisti e a passeggiare, tranquilli, ora che al sabato è diminuito il traffico dei carrelli. In via Bramante, via Paolo Sarpi, via Canonica e nelle vie adiacenti c'è continuo andirivieni di gente che va, che viene, gente dall'aspetto severo, eleganti uomini d'affari, Cinesi o Italiani che siano, oppure operai vestiti modestamente, ma non in tuta o grembiule, che è tradizione europea, ma in jeans e maglietta o giacchettina, danno l'idea di essere arrivati nel quartiere più operoso di Milano.
Le facciate delle case sono eleganti, chi ci abita? non lo so esattamente: uffici, abitazioni? Le famiglie milanesi sono numerose e in strada si sente ancora parlare il meneghino, scomparso da altre vie milanesi, come autenticamente meneghina è la panetteria ereditata dai genitori dal giovane gestore e il suo socio.
Le ondate migratorie di Cinesi che periodicamente si spostano in Europa e in altri continenti, sono dovute alla ricerca di un migliore modo di vivere. La popolazione cinese, la più numerosa del mondo, è omogenea, è forse la grande pianura che la rende tale.

Ho letto fin da bambina con grande interesse libri di argomento cinese e visto alcuni film, ultimamente anche di produzione squisitamente chinese, su Sky - cinema come "Chinese odissey, dove non c'è un titolo che sia in caratteri occidentali e La foresta dei pugnali volanti , un po' impressionante a dire il vero, cercando di sapere di più della storia e nella cultura cinese, per capire meglio. Così quando vidi per la prima volta il vecchio film in b/n La buona terra del 1939, restai affascinata. Divorai i libri che aveva acquistato mia mamma, scritti dalla figlia dei missionari americani, Pearl Buck,che ebbe l' ambiti premio Nobel e il premio Pulitzer per il romanzo La buona terra, entrai con curiosità nella casa dei parenti cinesi della protagonista della più lacrimevole storia d'amore di tutti i tempi, il film L'amore è una cosa meravigliosa, e il più divertente, salvo le drammatiche pagine della rivoluzione all'epoca di Mao, Storia cinese , con un irresistibile Glenn Ford, naturalmente vidi anche l'incredibile, ma simpatica Ingrid Bergman, nel film Locanda della Sesta Felicità, tutti di produzione occidentale.
Arrivò sulla mia scrivania anche un libro Cinese, il famosissimo romanzo Il sogno della camera rossa, il grande classico scritto nel 1700, in cui è difficle capire l'intreccio, perché bisogna conoscere la storia e la tradizione cinese, in cui il presente si mescola al passato, il sogno e la realtà non hanno confini e questo è un grande problema per noi rozzi occidentali, che per di più leggiamo questa grande opera tradotta in italiano, però non abbandoniamo il libro finché non l'abbiamo terminato di leggere.

Tutt'a un tratto il mondo si occupò dei Cinesi. La lunga marcia guidata da Mao Ze Dong negli anni trenta, discende dalle antichissime usanze che hanno come radice comune la fame e il desiderio di cercare nuove terre : un 'intera popolazione si mise in movimento a piedi con le famiglie al completo. E' una delle tante storie come quelle delle emigrazioni dall'Oriente verso le regioni più Occidentali, come furono descritte negli annali del nostro mondo. Ad un condottiero di queste popolazioni in movimento furono riconosciuti alti meriti erigendo una statua alla sua memoria: Attila, re degli Unni.
Il monumento del Millennio, o Piazza degli Eroi , edificato a memoria del re ungherese Mattia Corvino, a Budapest, consiste in una vasta area in cui campeggia al centro il monumento ad Attila, alla base di un obelisco su cui si trova l'Arcangelo Gabriele, intorno, a semicerchio le sculture dei più importanti personaggi della storia ungherese

...ma il mondo si ricordò ancora della Cina, di Mao e del suo libretto rosso, sventolato dagli studenti occidentali durante i cortei studenteschi e man mano la Cina ci sembrò meno sconosciuta, meno lontana e fantastica...ecco perché mi emozionai quando scoprii che avevamo parcheggiato la nostra auto proprio in via Paolo Sarpi.

I primi Cinesi arrivarono a Milano nei primi decenni del secolo scorso. Lavoravano come ambulanti vendendo le cravatte di seta di Como e invitando i compratori con la frase rimasta indelebile nella memoria dei milanesi: "Clavatte due lile ", le famose cravatte di seta, vendute a prezzo concorrenziale.
I bambini furono iscritti nelle nostre scuole pubbliche e si comportavano in genere molto bene. In quei giorni lontani una maestra della scuola di via Gattamelata promosse a pieni voti uno scolaretto cinese alla classe successiva, in seconda elementare. Il fatto eccezionale non era questo, ma il particolare comportamento del padre, che, molto preoccupato per l'istruzione di suo figlio, si fece ricevere dal direttore. Le sue proteste furono così formulate: "Se il mio bambino è blavo, meglio lipetele la plima classe, così ancola più blavo."
Ce ne volle del bello e del buono per fargli accettare di andare in seconda. Il fondo il nostro alfabeto ha solo venti caratteri, mentre gli ideogrammi sono molto più numerosi e difficili da imparare.

Ripeto la frase così come mi è stata raccontata dalla maestra, ma mantengo il suono liquido della lettera "elle", sorella della lettera "erre", che non è usata nei paesi orientali.
Non è tuttavia impossibile pronunciare la "erre", tant'è vero che i primi emigranti di via Canonica impararono alla perfezione un elegante dialetto meneghino, con tanto di erre e di u francese, parlato con una disinvoltura superiore a quella di molti altri Italiani venuti a vivere a Milano. "Pioev pù", mi disse costernato un Napoletano a Milano, " ma che razza di lingua difficile parlate qui a Milano!
A pochi giorni di distanza dal carnevale italiano c'è la festa del Capodanno Cinese, con la sfilata del colorato drago di carta e cartone, che fa accorrere turisti da ogni luogo.

***

Foto dal sito dell'associazione giovanile cinese di Milano.

Manca un mese a Natale. I negozi e i grandi magazzini iniziano ad esporre l'oggettistica per le feste, secondo la tradizione del Nordeuropea.
Le ghirlande di Santa Lucia o i carillon con i pupazzetti di legno in movimento, ispirati ai grandi carillon della torri municipali delle città tedesche vengono prodotti in quantità industriali e messe in vendita fin d'ora.
Sono tutti ( o quasi ) oggetti di produzione cinese, alcuni made in China, altri prodotti nei laboratori ricavati negli scantinati milanesi. Quest'anno sono particolarmente divertenti e graziose...e scusatemi se, chiacchierando e divagando, mi sto dimenticando di dirvi che al teatro Verga, di via Verga, a cinque minuti da via Paolo Sarpi, è in calendario una commedia che porta questo titolo, molto significativo: L'allegro teatro di Chinatown - commedia brillante di Marzio Rossi - Compagnia teatrale Maniaci teatrali.
In un teatro milanese, nel cuore del quartiere cinese, quattro attori cercano disperatamente di risollevare le sorti di una struttura in cattive acque. Cercano allora di avere un pubblico cinese finché... beh non ve lo dico, aggiungo solamente che nel mese di marzo del 2008 potete godervi la commedia al teatro Verga, dove si parlerà della Chinatown milanese, che è la più originale del mondo a sentire quel che dicono i cinesi stessi:

Zai-Jian zhai Zhong Guo Zhen, arrivederci a via Paolo Sarpi


Elena Fiorentini

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Opere e autori citati:
Pearl Buck

Pearl S. Buck (pseudonimo per Pearl Walsh) nacque a Hillsboro, nella Virginia occidentale, nel 1892, da una coppia di missionari americani trasferiti in Cina poco dopo la sua nascita.

L'educazione della Buck fu affidata nei primi anni ad una governante cinese, poi terminò gli studi in Inghilterra e in America al termine dei quali tornò in Cina dove rimase fino al 1932, dedicandosi all'insegnamento.
Il suo primo successo, La buona terra del 1931, le valse il premio Pulitzer.
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- 1934 - si stabilì definitivamente in America;
- 1938 - Premio Nobel per la letteratura con questa motivazione:
Per le sue ricche ed epiche descrizioni della vita contadina in Cina e per i suoi lavori autobiografici.

Tra i suoi romanzi si possono ricordare anche:
- Vento dell'Est: vento dell'Ovest, 1930;
- i tre romanzi costituenti la trilogia: Figli ( 1932)- La buona terra - La famiglia dispersa 1935
- Stirpe di drago (1942)
- La saggezza di Madama Wu ( 1946 )
- Lettera da Pechino ( 1957 )

Scrisse racconti per ragazzi e un'autobiografia: Le mie patrie, 1954.
Altri romanzi:
La casa dei fiori - Un ponte per l'altra riva - Le ragazze di Madame Liang.

Morì il 6 marzo del 1973.


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Il sogno della camera rossa
le notizie intorno al celebre romanzo sono numerosi in internet, mi limiterò alla segnalazione del testo tradotto in italiano:

Sogno della camera rossa

Einaudi - Collana: I Millenni - Serie: Tesori dell'Oriente

Argomenti: Narrativa, Letteratura cinese

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Elena Fiorentini
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La lunga marcia
Nel mio racconto cito la lunga marcia, avvenuta negli anni trenta.
Lessi la storia in un affascinante libricino
,di cui non ricordo l'autore e ora andata perduto.
Nella prefazione l'autore precisò che non si sapeva molto della marcia leggendaria, ma ricordo di avere letto che la lunga colonna militare era seguita anche da un intera popolazione, a cui non fa cenno l'articoletto che ho trovato in wikipedia, ma che coincide con i ricordi della ia lettura del libro perduto.

riporto il paragrafo iniziale scritto per wikipedia

La Lunga Marcia (長征, pinyin:Chángzhēng) fu una gigantesca ritirata militare intrapresa dall'esercito comunista (solo in seguito chiamato Esercito di liberazione del popolo) per scappare dal "quinto accerchiamento" da parte delle truppe del Kuomintang agli ordini di Chiang Kai-shek nel 1934. L'esercito impiegò 370 giorni per passare dal Jiangxi allo Shaanxi e per percorrere circa 6000 km tra altopiani aridi, montagne prive di strade, cime innevate e fiumi imponenti come il Chang Jiang. Il tutto continuando a combattere per aprirsi la strada.

Nel 2003 Ed Jocelyn e and Andy McEwan rifecero il percorso impiegando 384 giorni.

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