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 I racconti dello stadio - In trasferta
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Elena Fiorentini
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I racconti dello stadio - In trasferta
Pescara - Juventus


All'amica Pinin
data del timbro postale


Cara la mia Pinin, ti scrivo perché mi hanno detto che eri molto in pena all'idea che mi potessi stancare troppo ad andare così lontano in un solo giorno. Con questo breve racconto di com'è andata sabato ti voglio tranquillizzare perchè tutto è andato molto bene, malgrado la levataccia. Da te fa freddo e piove, qui da noi non va molto meglio, solo a Pescara sole e aria pulita, con la tifoseria avversaria tranquilla e amica, valeva la pena fare questo viaggio, la mia prima trasferta.

Arrivammo a Pescara dopo che avevamo trascorso in viaggio ben sette ore. Dopo avere pranzato in un ristorante prenotato dagli amici pescaresi, con portate a base di pesce, acqua e vino a volontà più il caffè, abbiamo trovato il tempo per una piccola sosta in spiaggia, dove potemmo godere di un inaspettato momento di brivido per via di un incontro ravvicinato tra i due tifosi con le onde del mare. Il risultato è stato che tuo cugino e il suo amico si sono ritrovati con i pantaloni bagnati oltre il ginocchio per avere dimenticato di rimboccarli. Con un clima favorevole, anche se non si poteva definire mite, i due malcapitati si asciugarono sotto il sole durante la partita Pescara - Juventus. Tutti risero tranne i due protagonisti dell'imprevista innaffiata dell'onda dispettosa.

Follia collettiva?

Allo stadio incassi alla grande. Era appena stata ottenuta l'agibilità per oltre 23.810 posti, i tornelli d'ordinanza furono istallati a tempo di record e non ci toccò subire nessuna perquisizione. I biglietti venduti furono ben 27.000 secondo i dati dei ben informati.

Tifoso in trasferta

Ne fui impressionata, non amo le grandi folle e qui c'era un'intera città ammassata sui gradini di un campo da gioco: evasione pura, follia collettiva.

Oche, caprette, cinghiali

Con un po' di amarezza gli spettatori della Juventus, abituati a stadi dove si giocano competizioni con le star mondiali del calcio, osservarono che da quando la Juventus è retrocessa in serie b, si trovano a seguire la loro squadra in luoghi dove all'ingresso ci sono prati con oche, caprette e perfino cinghiali, come nel caso dell' "Adriatico" di Pescara. A me quell'aria casereccia non dispiace per nulla, in alto il cielo blu, intorno le chiome della pineta che costeggia il mare, niente inutili sovrastrutture e se piove, beh, vorrà dire che ci rinfrescheremo.

I tifosi della Vecchia Signora,così comì è affettuosamente chiamata la squadra dagli estimatori, nata oltre un secolo fa a Torino, non si scoraggiano mai. Malgrado le caprette, le oche e i cinghiali sostengono con "fede" la loro squadra e la seguono dappertutto.

Tanti colori e...

Tutti, grandi e piccoli, arrivati con ogni mezzo, dalle auto di lusso, in aereo, in treno o in pulmann, indossano le maglie, le felpe e le sciarpe con le scritte in bianco su nero o viceversa. I modelli e i tessuti sono uguali per tutti, non ci sono maglie ricche o povere...ma dovetti spiegare al cameriere come mai ero l'unica a non indossarne i colori...come ben sai, cara la mia Pinin, di calcio non ne ho mai voluto sapere...e non ho mai capito niente, però questa volta volli sforzarmi di capire qualche cosa, visto che mi ero sorbita ore di viaggio con sveglia in piena notte.
Ero abbastanza vicina al campo di gioco e devo dire che il campo verdeggiante con i giocatori vestiti di rosso e quelli in bianc'azzurro con i due portieri uno in azzurro e l'altro in giallo, ( non si capiva più nulla) , destava la meraviglia degli spettatori.


...il mistero dei giocatori in rosso

Ebbi una sbandata...la Juventus non è bianco - nera? Quali sono i giocatori della Juve? Quelli vestiti di nero e azzurro o quelli in rosso? Per quali di loro doveva battere il mio cuore? Bocca chiusa, dunque, guai fare commenti a sproposito, mi sbriciolano...mi sforzai di capire seguendo i canti di curva che danno ottime indicazioni, quando non sono inframmezzati da porcherie, per altro vietate. Finalmente mi orientai e capii qualcosina di più.

Il terreno pesante e i cavalli

I Bianconeri erano quelli vestiti di rosso e quando ne fui sicura mi arrabbiai nel vedere con quale impeto i Binacazzurri si impegnavano a fondo mentre i Bianconeri di rosso vestiti erano inspiegabilmente al di sotto della loro fama. Il campo era fradicio d'acqua per le violente piogge dei giorni precedenti, ma questo valeva sia per gli uni che per gli altri. Forse per i giocatori è come per i cavalli, pensai, alcuni dei quali prediligono il terreno "pesante ". Bisognerebbe saperne di più, anche perché è risaputo che i giocatori juventini sono velocissimi e quindi potrebbero trovarsi in difficoltà su di un terreno in cui si sprofonda. Non sbagliai la mia diagnosi.
Mi resi conto di essere sulla giusta via per diventare una buona tifosa e presto ebbi occasione per verificarlo. Mentre osservavo ammirata il cielo, mi risvegliai di soprassalto a causa di un gigantesco boato...goaaal.....la Juventus aveva colpito ancora, l'eroe del momento magico era Birindelli.. Da quel momento nello stadio non si sentì più volare una mosca, la curva bianconera sembrava che avesse smesso di respirare...aveva dato tutto il sostegno per quasi un'ora e mezza, a volte scandendo i nomi dei giocatori ...Del Piero, Buffon, Zalayeta, Chiellini e tanti altri....sembrava avere esaurito tutte le aspettative. Allentata la tensione, era subentrato un momento di stanchezza collettiva. Pian piano lo stadio si svuotò.

Mi trovai senza accorgermi nel luogo dell'appuntamento per il viaggio di ritorno. Partimmo alle 18.00 in punto per fermarci per una prima ed unica sosta a 50 km da Pescara. Risalimmo la penisola in un incanto di colline verdeggianti, con alberi che ci regalavano la vista delle prime fioriture, deliziosi paesini e casolari isolati. Sul mare apparivano man mano i grandi centri turistici, le antiche città storiche, finché le ombre della sera oscurarono il panorama. Dopo Modena iniziò a piovere e chi non guidava potè dormire beatamente fino a destinazione.
Io rientrai a casa alle due di notte. Dal momento della mia partenza al momento del rientro le lancette dell'orologio avevano fatto due volte il giro del quadrante, erano passate 24 ore esatte.

Così, Pinin mia, ecco che la tua amica ha rotto il ghiaccio e ha incominciato a scorrazzare per il mondo. Magari la prossima volta ti manderò il resoconto di un viaggio altrettanto interessante. Che dici, se andassi a ...?

Spero di vederti presto e quando percorrerai la penisola fino alla mia città, non dimenticare di venire a trovarmi.

Un abbraccio grande a te, alla tua mamma e al tuo papà.

la tua vagabonda amica

Evi

Un minuto di silenzio prima dell'inizio della competizione

*°*°*°*°
*°*°

foto di Livio Clava

   
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