La Bohème recuperata

Avevo pensato di riproporre la storia della Bohème recuperata, ma ho sempre rimandato, finchè la poesia di Capinera mi ha dato l'opportunità di parlarne.

- All'aprirsi del sipario vediamo un vecchio uomo, dall'aria stanca in un ambiente polveroso e in procinto di essere smantellato.
Era un piano - bar, o meglio, una vecchia *cave a Parigi nel Quartiere Latino.
O meglio assomiglia ad una cave, ma potremmo essere a Milano, nel quartiere industriale, alla Breda ad esempio...

Gli affari non vanno molto bene. Come recuperare un po' di soldi?
E' stata messa una inserzione su " Seconda mano " , il giornale di inserzioni gratuite, per vendere il pianforte a coda, ultimo oggetto di qualche valore del locale.

Arriva una potenziale cliente, prova la tastiera, e come per incanto, i suoni che ne escono formano delle melodie, dei piccoli temi che lasciano sbalordito il pover'uomo che torna indietro nel tempo e sembra quasi impazzire.

Allora comincia a raccontare le storie di vita, di arte, di amore e di morte dei giovanissimi bohèmiens.

Uno alla volta i personaggi, richiamati dai temi suonati sul vecchio pianoforte, entrano in scena.

L'ambiente non è più lo stesso, la scenografia si trasforma, siamo condotti all'interno di una storia evocata come un sogno.

I duetti, le arie più belle, dalla discarica in cui era stato trovato lo spartito, vengono portati in palcoscenico e qui i personaggi che hanno ritrovato il loro spazio, se pur vestiti con quello che hanno trovato in discarica, resti di lavorazioni industriali, pezzi di plastica, del vecchio tulle stropicciato ci raccontano la loro storia, un po' come i ** "Sei personaggi..." di Pirandello che cercavano un autore.

Qui l'autore c'era, a differenza dell'opera di Pirandello, ma non c'è più la cultura della musica, nella realtà, e lo spettacolo diventa inconsapevolmente un atto di accusa per la società che non trova più spazio per l'arte. Siamo nel 1996 , epoca di svolta per i Conservatori e le scuole di musica in genere.

Infatti il copione era stato ritrovato incidentamlmente in una discarica mentre il regista preparava un documentario ecologista.
Questo almeno è ciò che viene riferito dal regista mentre saluta il pubblico e ringrazia gli sponsor che hanno dato la possibilità di portare in scena questa storia.

I personaggi usciti dalla discarica possono ancora una volta riproporre la loro dolorosa vicenda umana.

C'è Rodolfo, poeta , che sta scrivendo un grande lavoro teatrale, ma ha tanto freddo nella soffitta gelida, e un pezzo alla volta lo brucia tutto. "...in un attimo tutto arde in fiamma...."

Marcello, pittore, sta terminando un grandioso quadro ull'apertura del mar morto e il passaggio del popolo ebraico e l'avanzare delle onde sugli egiziani inseguitori. Finirà come insegna nel terzo atto di un'osteria dove ha trovato lavoro.

Mimì, la ragazza della mansarda che ha perso la chiave e che per mantenersi vende fiori di carta che costruisce lei stessa.
E' la ragazza di Rodolfo, ma viene mandata via. Rodolfo dice che non l'ama più, ma è una bugia. Rodolfo ha scoperto che è gravemente ammalata e non è in grado di offrirle le cure adatte ed una vita sana.

Musetta è la ragazza di Marcello, ma non è così dolce , è piuttodsto litigiosa e sulla scena rivivono le loro liti furenti, ..vipera...strega...mentre, languida, Mimì, canta contemporaneamente...ci rivedrem alla stagion dei fiori...

Musetta trova lavoro come insegnante di canto. Bisogna mangiare in un modo o nell'altro.

...ma "è assai buona Musetta...", infatti andrà a vendere gli orecchini e unirà i soldi ricavati al guadagno della vendita del vecchio zimarrone dell'amico filosofo - poeta Colline, che dopo avere salutato la " Vecchia zimarra ...non chinasti mai logoro dorso ai ricchi ed ai potenti..."

Con i soldi messi insieme dagli amici Marcello acquista un cordiale e un manicotto di pelliccia per Mimì, ma orami è tardi e Mimì dopo un ultimo sforzo per salutare Rodolfo, muore.

I bohèmiens sono quattro, nello spettacolo sono solamente due, ma gli altri vengono ricordati dal narratore, che ad un certo momento, nell'enfasi del racconto, si impersona in Colline, il filosofo - poeta.

Ho visto uno dei costumi di questo bellissimo lavoro curato e ideato dal regista Lello Piscitelli, con la collaborazione dell'attore e regista Ciro Ruffo. Era una scena di uno spettacolo di una regista di teatro d'avanguardia.
Mi ha fatto impressione. Era un mantello con cappuccio di plastica trasparente, che, con le luci colorate, diventa cangiante ad ogni movimento dell'attrice. Un' idea della nostra costumista De Castro, costumista ufficiale dell "Bohème recuperata "

"La Bohème recuperata" è stata archiviata e forse non verrà più ripresa. E' un vero peccato, perchè era stata chiesta per le scuole. Un modo accantivante per avvicinare i più giovani ad un tipo di musica di altissimo pregio.
Lo spettacolo sontuoso dei grandi teatri d'opera, con della vere alzate di ingegno si era semplificato ed era accessibile ad ogni ambiente.
Un pianoforte per la colonna sonora, la riproposta di una musica , un narratore/attore di prim'ordine ed ecco, signori...

Un'idea che mi era venuta era quella di rappresentarla con le marionette, e prima o poi, metterò i cd e le mie teste di legno copminceranno a recitare e a cantare.