L'imperatore e il gatto
(fiaba cinese)
C’era una volta, in un paese lontano un imperatore che viveva in un immenso palazzo, circondato da servitori che esaudivano ogni suo desiderio. Attorno al palazzo c’era anche un grande e bellissimo parco, ma l’imperatore preferiva stare disteso, tutto il giorno, sul suo divano e non si curava nemmeno di come vivessero i suoi sudditi.
Accadde, però, che un bel pomeriggio, mentre si crogiolava suoi cuscini di seta e i suoi cani sonnecchiavano ai suoi piedi, udì uno strano rumore.
Allora aprì gli occhi e vide una strana creatura che scorazzava per la stanza, aveva gli occhietti grigi e la lunga coda.
- UN MOSTRO – urlò e si rinchiuse nella camera da letto.
Intanto,”il mostro”, divorava tutte le sue provviste. Insomma da non crederci, ma l’imperatore rimase rannicchiato e pieno di paura per una intera settimana, anche i cani fuggivano guaendo.
Tutti i consiglieri si riunirono a discutere sul da farsi. Pensarono anche di ingraziarsi il mostro, facendo inchini e bruciando incenso. Niente da fare, quella creatura si mangiava ogni cosa.
Decisero allora di proclamare un bando dicendo :
IL POTENTE IMPERATORE OFFRE DIECIMILA TAEL ALL’UOMO VALOROSO CHE VINCERA’ LA BESTIA MOSTRUOSA.
Vennero affissi, per tutto il regno manifesti sul quale c’era pure un disegno della “bestia mostruosa” che altro non era che un topolino. I sudditi risero divertiti, ma fra questi c’era un giovane scaltro che vide subito l’opportunità di farsi un bel gruzzoletto.
Catturò un grosso gatto nero, lo mise in un sacco e corse a palazzo. Quando disse il motivo della sua visita lo fecero subito entrare e con grande stupore vide l’imperatore e tutta la sua famiglia prostrarsi davanti ad un tavolo imbandito sul quale troneggiava il topo.
- Vengo a liberarvi dal mostro – disse, e lesto lesto, aprì il sacco, il gatto balzò sul tavolo e mangiò il topo in un sol boccone.
L’imperatore non credette ai suoi occhi.
- Questa è una creatura meravigliosa – esclamò – voglio tenerla sempre con me!
- E’ preziosa anche per me! – rispose il ragazzo – ma ve la posso cedere se mi date almeno il doppio della ricompensa.
L’imperatore consegnò ventimila tael e il giovane tornò a casa più ricco che mai.
Tutti seppero della vicenda e un ricco vicino pensò bene di farne tesoro. Infatti diceva tra sé e sé
“se il ragazzo ha avuto una fortuna in cambio di un gatto, anch’io posso fare qualcosa del genere”
l’occasione si presentò presto, i messaggeri del re annunciarono che l’imperatore cercava fanciulle di bell’aspetto per servire a palazzo.
Tutti gli abitanti, ben sapendo come sarebbe state trattate a corte, nascosero le loro figlie. Ma il ricco vicino, fece salire sua figlia su di una portantina e la portò al castello.
L’imperatore fu molto colpito, poiché nessun padre aveva mai portato la propria figlia al palazzo imperiale.
- Meriti una lauta ricompensa – disse l’imperatore all’uomo, che già si sfregava le mani
- Ti darò la cosa più preziosa che ho! – e sussurrato qualcosa all’orecchio di un servitore, questi ritornò poco dopo con una cesta contenente un gatto nero.
- Ecco questa è la cosa più preziosa che possiedo, mi ha liberato da un mostro.
E così il ricco egoista , partì confuso con il suo gatto nero.

Luisa Camponesco