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Roberto Mahlab
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Singapore – 26 agosto 2004

"E' piccola", quasi si scusava il taxista che mi accompagnava dall'aereoporto Changi alla citta' di Singapore, avevo osservato meravigliato la bellezza degli edifici moderni, la cura dei giardini, la lussureggiante vastita' dei parchi, l'architettura dei palazzi e la pulizia delle strade.

Nel gennaio del 1819 le navi della compagnia delle Indie orientali di Sua Maesta' Britannica sbarcarono Sir Stamford Raffles sulle coste ricoperte dalle foreste pluviali dove oggi sorge la moderna Singapore. La missione era di estendere il controllo dei commerci allo stretto di Malacca e di competere con i traffici olandesi sulla via marittima della Cina. Nel 1830 c'erano già 17.000 emigranti, quasi la meta cinesi. La città crebbe e divenne divisa in settori : europei, indiani, cinesi, arabi e musulmani. I mercanti aprirono negozi, magazzini e piantagioni nella giungla, il porto si riempì di navi che portavano ogni sorta di merci. Nel 1867 Singapore divenne Colonia della Corona e attrasse miriadi di poveri immigranti che arrivarono in cerca di fortuna dall'intera area, mentre la posizione strategica della piccola isola era consolidata dallo sviluppo della navigazione che seguì l'accorciamento dei viaggi per mare grazie all'apertura del canale di Suez e all'impianto dei motori a vapore.

Lo stagno e la gomma di cui era ricca la penisola malese iniziarono la loro fortuna e l'unico porto attrezzato per le spedizioni era Singapore. Nel 1871 fu installato il servizio telegrafico con l'India e fiorirono strade ed edifici in stile coloniale. Nel 1901 la colonia contava 226.000 abitanti, con gli uomini in numero molto maggiore delle donne.
Negli anni venti e fino alla Grande Depressione mondiale negli anni trenta, la prosperità crebbe ulteriormente grazie alle esportazioni di stagno e gomma, trainate dalla richiesta per la produzione massiccia di automobili negli Stati Uniti.
Finché, dopo la prima guerra mondiale, gli inglesi divennero consci della necessità della protezione dei loro interessi globali e Singapore divenne una base navale, in contemporanea con le invasioni giapponesi della Cina negli anni trenta.
Negli anni successivi Singapore si arricchì ancora di valide scuole e di aeroporti e raggiunse i 500.000 abitanti.


La Orchard Road attraversa la città da ovest a est e accoglie la maggior parte dei grandi e modernissimi alberghi, e' una delle più grandi vie dello shopping dell'Asia meridionale, tutti i grandi magazzini e tutte le grandi marche e tutti i grandi stilisti del pianeta hanno aperto sofisticate vetrine che si estendono per chilometri a fianco dei più prelibati ristoranti con cucina mista orientale e occidentale, paradiso dei gourmet.
In fondo, verso est, sorge il National Orchid Garden, l'orchidea e' il fiore nazionale di Singapore, nel gigantesco parco si trovano 700 specie diverse e 2.000 ibridi, per ore mi sono perduto all'interno della fitta giungla colorata e non e' facile descrivere la sorpresa e la meraviglia e la riluttanza a lasciare un luogo simile.


Singapore era ricoperta, e ancora in parte lo e', dalla foresta pluviale. Fino al 1860 vi vivevano le tigri che celebravano l'arrivo di nuovi immigrati cinesi mangiandoli, duecento l'anno, fino a che gli inglesi mandarono i convitti indiani a respingerle, oggi sono negli zoo, anche se una leggenda metropolitana racconta che non tanti anni fa una di esse entrò al Raffles hotel.
Elefanti arrivano dalla Malesia, respinti dall'industrializzazione, i macachi vagano liberi e sono ricercati dalle autorità, come i pitoni e cobra, e i coccodrilli guardano con curiosità reciproca i turisti durante l'aperitivo tra i locali del Singapore River.

Nella parte occidentale di Orchard Road sorge il parco di Fort Canning che ospita i bunker del più grande complesso militare del comando britannico nella seconda guerra mondiale. Un luogo che la Memoria degli abitanti associa al "giorno in cui Singapore cadde", in una delle vicende storiche che ancora oggi riempiono volumi di ricordi sconvolgenti e che modificarono di colpo la Storia.
Fu da quei bunker che, il 15 febbraio 1942, fu decisa la capitolazione ai giapponesi e quella giornata e' immortalata ogni giorno da manichini perfettamente costruiti a somiglianza degli ufficiali britannici che ripetono di fronte ai turisti i momenti della terribile decisione : risparmiare alla città la distruzione totale arrendendosi oppure lottare fino alla fine con sicuro massacro della popolazione.


Nonostante la resa, l'occupazione giapponese fu brutale, fu introdotto il razionamento e la scarsità di cibo dilagò, fu solo nell'agosto del 1945 che i giapponesi si arresero agli alleati e gli inglesi ritornarono. Ma quella decisione del 15 febbraio del 1942 fu la svolta del destino e seminò il risveglio della coscienza nazionale dei popoli dell'Asia.
Fino all'arrivo dei giapponesi, nessuno metteva in discussione il governo britannico, cent'anni di educazione e di lingua avevano creato dei valori condivisi.
Intanto i nazionalismi locali crescevano a seguito della decadenza dell'impero cinese ad opera delle potenze occidentali, l'antico Celeste Impero fu travolto dalla rivoluzione del 1911, a cui seguì la lotta tra comunisti e nazionalisti del kuomintang.
Il movimento indipendentista indiano e l'invasione della Manciuria da parte dei giapponesi avevano risvegliato lo spirito nazionale e il legame dei cittadini con i paesi d'origine.

Gli inglesi, visti in precendenza certo come colonialisti ma in parte come costruttori di benessere, dopo la guerra non erano più considerati come invincibili, come protettori su cui fare affidamento, non furono perdonati per non essere riusciti ad arrestare l'invasione e la tragica occupazione dei giapponesi, velocemente il colonialismo perdeva spazio dappertutto, in Asia e in Africa nacquero nuovi leader che portarono i popoli all'autodeterminazione e all'indipendenza. Mao Tse Tung prendeva possesso della Cina e il fronte della Corea si infiammò per tre lunghi anni.


Il cielo e' terso nella mia prima serata e mi incammino tra i giganti di vetro e cristallo dello skyline della città che conducono ai tradizionali quartieri di Chinatown e Little India, Singapore e' una metropoli piacevolissima da girare a piedi, ma in pochi secondi un acquazzone torrenziale nasconde ogni vista e sono costretto a rifugiarmi sotto ad un porticato. Mi rendo conto che la violenza della pioggia e' tale che non e' possibile ne' proseguire ne' tornare indietro verso l'albergo. Come per incanto dalle mani della miriade di passanti si aprono gli ombrelli, rimango sorpreso perché non avevo notato che se li fossero portati appresso.
Mi indicano un grande magazzino dall'altra parte della strada e arrivo di fronte al bancone degli ombrelli fradicio nel corpo e perdente nello spirito, nelle settimane precedenti ero riuscito a superare un tifone a Taiwan e un'alluvione monsonica in Malesia, sgusciando tra le gocce e risparmiano sull'acquisto di un parapioggia in ossequio alla parsimonia tradizionale della mia gente, ma a Singapore la pioggia e' imbattibile.
Mi accorgo che la commessa mi osserva ironicamente mentre rivoli d'acqua scendono dai miei vestiti sul pavimento del suo negozio e mi domanda ridendo se davvero volevo comprare un ombrello dopo che la pioggia aveva già fatto il suo dovere.
"Chiudere la stalla dopo che i buoi sono scappati!", osserva scuotendo la testa.
E quando esco tutto contento di avere infine protezione, il cielo e' di nuovo sereno e non c'e' più traccia di ombrelli nelle mani degli stessi passanti che li avevano tirati fuori non ho mai capito da dove.

Alla fine della seconda guerra mondiale Singapore non fu collegata amministrativamente alla Malesia continentale a causa del timore di confronti violenti tra cinesi e malesi musulmani. Nel 1947 il territorio contava un milione di abitanti, 78 percento cinesi, 12 malay, 7 indiani e 3 eurasiatici. Ormai i nati locali erano talmente numerosi rispetto agli immigrati, che si iniziò a parlare di autogoverno. Nel 1955 si tennero le prime elezioni e spiccò Lee Kuan Yew, come gli altri candidati ex studente in una università inglese, la parola d'ordine era lo sradicamento del governo coloniale e l'indipendenza. Nel 1959 fu eletto primo ministro e convocò una assemblea legislativa. Intanto le agitazioni comuniste furono stroncate con operazioni di polizia e venne introdotta una bandiera nazionale con lo scopo di unire le diverse etnie, il malay, il cinese, il tamil e l'inglese furono indicati come lingue ufficiali. La prima preoccupazione fu la creazione di un sistema educativo comune affinché, di qualunque origini fossero, i cittadini divenissero consapevoli che tutti erano prima innanzitutto singaporeani.
Il 9 agosto 1965 fu dichiarata l'indipendenza, 150 anni dopo sbarco di Raffles, Singapore era uno stato stabile e di economia brillante, arricchito dalla qualità dell'educazione e dal duro lavoro degli abitanti alla ricerca dell’eccellenza.


Negli anni 60 il boom economico moltiplicò il commercio con gli Stati Uniti, il Giappone e l'Europa, gli investimenti piovvero da tutto il mondo e i lavori pubblici si concentrarono su costruzioni avveniristiche. Singapore era divenuta un città globale prospera e multietnica, un porto importante, un centro finanziario, medico e universitario di quattro milioni di abitanti. L'Esplanade-Theatre on the Bay fu inaugurato nel 2002, l'orchestra sinfonica divenne famosa, Orchard road era centro dei designer e stilisti mondiali, il territorio ricco riserve naturali e parchi, una linea aerea, la Singapore Airlines, simbolo della conquista della supremazia anche nei cieli.

Il nome Singapore deriva dalla parola "singapura", che significa "citta' del leone". Nel quattordicesimo secolo l'isola era parte dell'impero Sjayan ed era denominata in giavanese Temasek, che significa "citta' del mare". La leggenda narra che un principe Sri Vjayan, che portava il nome di Sing Nila Utama, vide sulla costa un animale e lo scambio' per un leone, anche se probabilmente era una tigre, e cosi' denominò la città come "Singapura", in sanscrito "singa" vuol dire leone e "pura" vuol dire città.
Uno dei simboli della città e' il leone dal corpo di pesce che ricorda l'origine di prospero porto di mare.

Il governo dell'isola ha sempre avuto una stabilità forzata, da sempre e' aperto il dibattito sul pragmatismo tipicamente cinese che ha condotto l’isola al successo sacrificando una serie di diritti individuali. Il grande quesito di Singapore e' : quale deve essere il prezzo in libertà per avere garantita la sicurezza, la risposta che comunemente adottiamo nelle società liberaldemocratiche occidentali e' : il più basso possibile, altrimenti si otterrà un ristagno genetico.

Il 26 agosto il quotidiano The Straits Times annuncia la creazione dello Speakers' corner, un angolo della città in cui si potranno tenere esibizioni e spettacoli pubblici senza violare le rigorose leggi di polizia, verrà inoltre ammesso l'indoor talking, la possibilità di scambiarsi pareri in occasioni private, sono le decisioni del nuovo primo ministro Lee Hsien Loong. Rimane in vigore il divieto di qualsiasi discorso su razza o religione, argomento sensibile in società multietniche.
E' una rivoluzione per Singapore, descritta dai media fin dal 1970 come stato amministrativo, retto da una elite burocratica, in funzione dell'interesse comune di stabilità, efficienza e successo, l'attività politica e' vietata. Recentemente il governo si e' reso contro dell'apatia che simili divieti hanno consolidato e da alcuni anni e' stata incoraggiata la partecipazione al dibattito del pubblico interesse.


Si sono moltiplicati gli appelli ai cittadini che dovrebbero convincersi che il governo e' interessato ad ascoltare le loro idee, se sono ben formulate e se la loro l'intenzione e' il bene della nazione e non si devono più temere le conseguenze del pensiero divergente, le loro idee possono non essere accettate, ma non saranno scomunicati, questo e' lo spirito della nuova era che riconosce che non c'e' una singola riposta giusta ai problemi.
La nuova sfida di Singapore e' divenuta così quella di bilanciare le necessità della democrazia e della società civile con quelle di ordine e stabilità, di equità sociale contemporaneamente al perseguimento della crescita, la fierezza nazionale di essere di Singapore con la consapevolezza di volare sulle ali della globalizzazione.

Ma il nuovo corso si spegne subito di fronte alle complicazioni della politica internazionale, il problema della tensione tra Cina e Taiwan richiede ormai una scelta di campo e i giornali riflettono l'imbarazzo dell'elite al potere, compaiono editoriali contrari all'indipendenza di Taiwan dalla Cina in nome dello status quo, si spingono a scrivere che non si deve intervenire militarmente se, a seguito di una dichiarazione di indipendenza, la Cina invade Taiwan. Del resto, costernazione aveva suscitato nelle cancellerie occidentali una dichiarazione del leader di Singapore in plauso alla repressione di Tienanmen, sempre in nome della stabilità, facile comprendere tra le righe che si tratta di timori di ripercussioni interne.


Il primo ministro e' oggi il figlio del fondatore Lee Kuan Yew, raccoglie il titolo dopo 14 anni di incarichi governativi, eredita una nazione prospera, in crescita del 10 percento dopo la crisi finanziaria del 1997 e l'epidemia di Sars.
Si ritrova depositario delle aspirazioni della popolazione e indeciso tra la prosecuzione dell'autoritarismo e l'apertura verso visioni diverse. Dopo decenni di controllo virtuale di ogni aspetto della vita, la società si scopre in un momento di modifica culturale e legge con stupore i titoli dei giornali : "it's ok to argue with this pm" (si puo' discutere con questo primo ministro).
Gli abitanti assaporano le nuove libertà, come masticare chewing gum, vedere film spinti, ballare nei locali, ma gli osservatori concordano che non e' questo il punto, seppure si allargano le concessioni nella vita privata e pubblica della popolazione, non c'e' la rappresentanza politica del dissenso.

Mi immergo nella esotica e festosa Chinatown, gli edifici sono più bassi che nel resto della città e hanno la caratteristica architettura cinese, tetti bassi e colorati, lampade votive e archi di pietra.
E' il settimo mese del calendario lunare, tra il 16 agosto e il 13 settembre si festeggia la ricorrenza secondo la quale gli spiriti affamati vagano sulla terra e devono essere tenuti a bada con offerte di cibo e biglietti simili a banconote. Si vendono così dovunque dei set convienienti, preferiti soprattutto dalle giovani generazioni che evitano di comprare i componenti separatamente, si tratta di scatole con cibo in conserve, riso, instant noodles per le offerte, dolcetti di preghiera, fiammiferi, "banconote dell'inferno", bastoncini d'incenso da bruciare, finti lingotti d'oro. I supermercati si contendono la clientela a colpi di sconti.

Tra la fine dell'ottocento e gli inizi del novecento, ondate migratorie vengono accolte a Singapore, cinesi, indiani, malesi, arabi, europei, ebrei che fuggono da condizioni politiche o economiche non sopportabili affrontando il viaggio verso il territorio che i cinesi chiamano "si lat po", sorgono quartieri e commerci, le fumerie d'oppio e le botteghe di Hokken Street, gli abiti su misura, il riso, la canfora, la seta, le spezie.
La tolleranza in un luogo dove non ci sono stranieri perché sono tutti stranieri e' generale, la prima sinagoga viene costruita nel 1878 in stile vittoriano ed ancora oggi e' meta della rituale preghiera.

Ed e' con tristezza che ascolto la coppia dei miei dolci amici che mi racconta come nel corso del loro ultimo viaggio in Europa sono stati oggetto di diverse aggressioni verbali per il loro aspetto cinese e rimango particolarmente male quando aggiungono che e' avvenuto anche nella nostra Italia. Mi guardo attorno e vedo quante diverse origini convivono fianco a fianco nelle metropoli dell'Asia. Eredità culturale di curiosità oppure classico pragmatismo orientale che sia, tuttavia essere stranieri in Asia e' ormai così diverso che essere stranieri in Europa.


Se e' vero che Singapore e' il risultato di una delle tante lotte di liberazione dal colonialismo, la ricca isola di standard di vita elevatissimo si mantiene saldamente affiancata ai paesi occidentali e le critiche alle ideologie che hanno dirottato la lotta anticoloniale sono frequenti.
I commentatori sottolineano che nell'era postocoloniale i leaders dibattevano se andare a sinistra o a destra. Questa discussione ha messo in pericolo il progetto di crescita economica sostenibile nei paesi poveri che necessitano di investimenti stranieri e di assistenza tecnica per la modernizzazione del governo e per sradicare un sistema di valori corrotti, e' un fatto che il settore privato non viene sfruttato nella maggioranza dei 135 paesi in via di sviluppo.
Le autorità di Singapore insistono che i governi devono essere protagonisti e interventisti per promuovere la crescita con il concorso del settore privato, il ruolo chiave rimane così dell'amministrazione, ma non a spese del vibrante e produttivo settore privato. Vengono proposti gli esempi negativi dalla sinistra indiana che con le altre tasse e lo scoraggiamento degli investimenti diretti stranieri ha mantenuto una situazione improponibile di miniere in decadenza, villaggi senza elettricità e strade fangose.
Le lezioni postcoloniali divengono dunque le seguenti : i governi devono agire come regolatori e i mercati devono essere aperti alla competizione locale e internazionale, le istituzioni legali rafforzate, anche l'impresa più piccola va incoraggiata perché crea posti di lavoro, la corruzione va sradicata, la stampa deve essere libera ma non deve essere irresponsabile, il commercio, non l'aiuto, porta sviluppo, la povertà non e' alleviata da slogan populistici ma dall'espansione dell'educazione e della sanità, mentre la sinistra parla solo di retorica e non e' di buon augurio per lo sviluppo del terzo mondo.
Il primo ministro aggiunge : "non cambieremo per far piacere ai liberali occidentali che applicano la loro nozione di democrazia, pluralismo politico e libertà di stampa senza riflessione. C'e' un approccio pratico alle cose, il successo deriva dalla comunanza di governo e popolo".

Ma, come abbiamo visto, con tale percorso il pericolo dell'apatia della popolazione e' un problema che infine e' venuto al pettine.
L'International Herald Tribune interviene nel dibattito e titola : "Singapore e' ricca ma non invidiata, il nuovo primo ministro Loong ha detto cose che in passato sarebbero state eresia : la prosperità non e' più il solo obiettivo ne' la crescita economica un fine in sé stesso. Non ci vorrà più il permesso della polizia per tenere discorsi all'interno di edifici. Ma manca la fiducia in sé stessi per divenire una società compitamente democratica e tollerante. E intanto, attorno, Hong Kong soffre, la Cina si espande, la Tailandia e la Malesia ampliano la sfida economica, le Filippine sono abbattute dalla corruzione, la semiautoritaria Singapore saprà rispondere o rimarrà refrattaria alla globalizzazione delle idee che accompagna la globalizzazione dei flussi economici?"


Dopo anni difficili, i rapporti con i paesi vicini, Indonesia e Malesia, si rinforzano a causa della comune lotta alla pirateria marittima e al controllo degli stretti in un periodo storico che vede l'opulenta Singapore indicata come obiettivo icona di attentati terroristici. I mari sono solcati da pattuglie miste dopo che due navi sono state assalite dai pirati con lunghi coltelli e barre d'acciaio al largo del Borneo e dopo che gli interrogatori di militanti islamici hanno confermato la pianificazione di attacchi terroristici nell'area.

Uno dei punti salienti del discorso del nuovo primo ministro e' l'invito ai concittadini di fare figli, affinché la natalità affiancata all’istruzione mantengano la concorrenza di cervelli con Cina, India e Stati Uniti.
I miei amici osservano che la Storia e' dominata talvolta dal caso e non rispecchia le speranze dei governanti, nel bene o nel male lo sviluppo degli avvenimenti e' spesso stato diverso dalla previsione statistica, ancora cocenti sono gli errori di previsione del famoso rapporto del Mit sui "Limiti dello sviluppo" e "La fine della Storia" di Fukuyama.
I giornali approfittano delle parole del primo ministro per scatenarsi in una inchiesta che diverrà memorabile e che viene pubblicata nella rubrica lifestyle del The Strait Times il 22 agosto : "never been kissed" e' il titolo, e nel corso delle interviste alla popolazione ci si accorge che la vita reale e' assai diversa dalle telenovele :"che cosa e' attraversare la vita senza aver mai avuto un boyfriend o una girlfriend? lifestyle entra nel mondo dei "never been kissed".
Il risultato e' che 550.000 singaporeani su 4 milioni rimangono single e che non riescono ad ampliare la loro cerchia sociale per trovare una via di uscita, il governo e' atterrito e lancia una campagna di stato e nei giornali, al posto della politica, si parla di tradizioni, di mancanza di opportunità, un'altra faccia della medaglia della società multietnica.
In breve i giornalisti scoprono un mondo immenso, il mondo reale, e rimproverano una amministrazione pur stabile e pragmatica di scambiare le proprie opinioni per la realtà, mentre la Storia si muove con logiche differenti.


Un sistema di teleferiche collega la metropoli alla piccola isola di Sentosa, un gioiello ricoperto da foreste, parchi, spiagge tropicali, acquari a cielo aperto, sentieri storici e naturali.
Ci si immerge nella giungla tra le cicale, i maschi producono un suono ritmico che si può sentire ad un chilometro di distanza, sono piccole membrane del corpo che vibrano e poi il suono viene amplificato da sacche d'aria nell'addome, e' un linguaggio che serve per comunicazione e aggregazione o per attrarre le femmine. Sugli alberi il corpo marrone oliva del bulbul, il suo richiamo melodioso, e i fossili sulle pietre, l'impronta delle gigantesche e mitiche creature del passato.
Su quel sentiero così lontano dalla civiltà per come noi la intendiamo, troviamo sotto il fogliame un pacchetto vuoto di sigarette, rivolto ai miei amici osservo che allora forse anche i dinosauri fumavano e per questo forse si estinsero. Mi guardano perplessi, immagino che siano sorpresi di come ho facilmente risolto il mistero della mitica scomparsa.

La prima metà del secolo scorso ha visto la nascita di movimenti quali il fascismo, il nazismo, il comunismo, il colonialismo e la loro caduta nella seconda metà, il lascito e' stato un mondo frazionato, ma i paesi indipendenti sono divenuti centinaia.
Il nostro secolo vede sfide altrettanto gigantesche, il nuovo pericolo del islamismo fondamentalista, ma stavolta ci si trova di fronte alla potenza delle democrazie. Se consideriamo quanto è avvenuto negli ultimi duemila anni e lo paragoniamo a quanto è accaduto ancora più velocemente degli ultimi dieci anni, compreso il progresso scientifico, ci accorgiamo che il mondo può cambiare non più da un anno all'altro, ma da un mese all'altro. Nel passato gli avvenimenti storici avvenivano con la cadenza di anni, oggi avvengono con la cadenza di mesi.
Cosa sarà di Singapore tra soli otto anni? l'ambizione delle autorità e' di trasformare in tal periodo l'isola in una scuola globale, con 150.000 stranieri che vi studieranno e vivranno, "studyville", già la chiamano.

Il Safari fotografico notturno e' una delle maggiori attrazioni di Singapore, gli animali e gli esseri umani sono divisi nel lungo percorso della giungla solo da un vetro, i miei amici mi dicono che se avrò fortuna guarderò la tigre negli occhi, rispondo che se la tigre avrà fortuna ci sarà un buco nel vetro.
Ma quando la vedo veramente, mi passa la voglia di scherzare, uscì dall'ombra, il ruggito dell'animale mi raggelò le gambe, girava attorno ad un punto immaginario a cerchi sempre più larghi, marcava il suo territorio, era consapevole del vetro divisorio che le limitava lo spazio, fino a che scomparve di nuovo nell'oscurità.
Come lo struggente ruggito di Singapore, una società multietnica all'avanguardia in molti campi e alla ricerca dell'equilibrio in molti altri, una forza che quando e' libera raggiunge vette mondiali in tutti i campi, ma una vitalità imbrigliata dai timori esagerati di salti nel buio, il laboratorio dell'Asia, tra la potenza della tigre e la dolcezza dell'orchidea.


Bob Porter – A view from Asia – Concerto News System @2005


   
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