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Elena Fiorentini
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 Inserito - 20/12/2004 : 23:24:01
Racconto di Natale
 ^^^VVV^^^ Le emozioni della Vigilia, il giorno di Natale, con il succulento e non gustato pranzo preparato da Mamma il giorno prima, che si sarebbe prolungato fino al giorno di Santo Stefano, conducevano inesorabilmente alla calma piatta dei giorni 27 , 28, 29 che venivano trascorsi in attesa del fatidico 31 e soprattutto dell’Epifania, giorno che avrebbe chiuso tutte le feste. I Ragazzi continuavano a vivere la magia del Natale osservando i mandarini che giorno dopo giorno ammuffivano sull’albero, pregustando la dolcezza dei cioccolatini appesi , disponibili solo il giorno in cui sarebbero stati tolti gli addobbi natalizi, tentando di fare i compiti delle vacanze. L’aria in casa profumava di aghi di pino che cadevano creando un tappeto verde e profumato. Anche il povero alberello sarebbe seccato del tutto prima che le feste fossero finite. L’anno prossimo ce ne sarebbe stato uno nuovo, non c’era da preoccuparsi, finché un bel giorno Mamma avrebbe decretato solennemente, che d’ora in poi, orrore, ci sarebbe stato un albero finto.
^^^ Curiosità, perplessità ed emozione veniva manifestata dai Ragazzi ogni mattina quando osservavano i tre Magi del presepe, che erano comparsi in lontananza, dietro la Stella Cometa a cinque punte,che era stata disegnata su cartoncino, ritagliata e dipinta con i brillantini dorati in cucina, tra le sfoglie per i tortellini e il ripieno profumato. La stella riuscita meglio aveva l’onore di comparire nel presepe, nell’angolo più lontano dalla grotta . Avrebbe accompagnato i Magi. Ad ogni statuina i Ragazzi fantasticavano per lo scrigno in mano ad ogni Mago: oro, incenso, mirra. Ogni mattina si ripeteva il rito della visita al presepe:”Guarda, anche questa notte hanno camminato”. L’ochetta di plastica era al suo posto nel laghetto fatto con uno specchietto circondato da muschio verde e profumato, le donne erano intorno al pozzo, i pastori con gli agnelli sul collo seguivano un piccolo sentiero ricavato tra il muschio fino alla grotta.
Ogni giorno i Re Magi guadagnavano qualche centimetro con grande ammirazione dei nostri amici. Tra tante emozioni i giorni scorrevano veloci. Giunti al 30 si cominciava a pensare a comperare le stelline da accendere la sera di fine anno , botti e petardi facevano illegalmente comparsa nelle tasche dei Ragazzi.
La sera del giorno 30, senza una ragione apparente, Babbo terminò il pranzo portando in tavola un panettone, i bicchieri di cristallo e una bottiglia di spumante.
“Papà, oggi non è il 31, la festa è domani sera…” I Ragazzi protestavano mentre Babbo alzava il calice esclamando
“Bevo alla salute di Me Stesso, oggi è l’anniversario della mia nascita. Cari Ragazzi,io nacqui il 30 dicembre del 1914 , perciò oggi festeggio il mio compleanno.Un po’ mortificati, Mamma e i Ragazzi si affrettavano a festeggiare così Babbo. Ogni anno, immancabilmente il compleanno di Babbo veniva dimenticato.
Babbo faceva finta di nulla fino a sera quando rivelava il segreto della festa anticipata.
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Edited by - Elena Fiorentini on 10/01/2005 09:51:09
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Inserito - 21/12/2004 : 08:45:59
L'organista - supplente
-racconto -
continua....  |
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Inserito - 22/12/2004 : 09:52:02
L'organista supplente
Ragazze nel mondo della musica
racconto MaryMary avrebbe voluto studiare anche l' organo, ma aveva un reverenziale timore del formidabile strumento, quando le avvenne di essere chiamata a coprire il ruolo di organista per alcuni matrimoni. L’incarico le era venuto a causa di quella solidarietà tra studenti che esisteva alla Scuola Civica di Musica , dove non c’era quello spirito di competitività che contraddistingueva gli studenti del Conservatorio.
Come fu che divenne organista
“Vai domattina a Sant’Alessandro? Bene, prendi carta e penna e scrivi: primo manuale…secondo manuale…se vuoi usare la pedaliera , tieni i suoni lunghi quando… mi raccomando , non usare altri registri oltre quelli che ti ho detto. Se vuoi usare il registro che fa suonare le canne sopra la porta …tieni presente che la nota giunge all’orecchio mentre stai suonando quella successiva…” Ecco come, in modo molto disinvolto , la nostra amica si trovò promossa ad organista – supplente.
Mettere in tasca un po’ di soldini e non chiedere nulla ai genitori, se possibile, era un obiettivo altrettanto importante.
Nascere in povertà
Ed ecco un’altra telefonata.“Ti do l’indirizzo, mettiti d’accordo con loro. Andrei volentieri, a mezzanotte però devo accompagnare la Messa grande in parrocchia, in via Commenda, sai la nuova Chiesa davanti al liceo Berchet. Devi dare solamente la disponibilità per un paio di prove...ahh,dimenticavo, non è un organo...è un armonio, molto facile...non preoccuparti, se finisci prima di me,passa a salutarmi. ” Era stata chiamata per suonare nella piccola cappella della Clinica Città di Milano. L’incarico non era importante, la messa era riservata ai pochi fedeli che potevano alzarsi dal letto e al poco personale che aveva in quel momento tempo di asstistere.
La Messa iniziava un po’ prima delle 11 di sera, non era tardi davvero.Le suore-infermiere avevano preparato dei canti di Natale e desideravano provarli con l’accompagnamento. Mentre aspettavano per le prove la musicista mandata dalla parrocchia le suore erano affaccendate intorno ad una matassa di lana piena di brillantini. Era stata ricavata da un vecchio golfino ricevuto in dono. L’avevano disfatto e, lavata la lana, avevano iniziato a preparare il corredino per un nascituro. Una inserviente delle cucine, molto povera, senza marito e nessuno che l’aiutasse, era in attesa di un bimbo che sarebbe nato a giorni. Le suore avevano adottato mamma e futuro bimbo. Con le loro preziose manine avevano compiuto miracoli, bellissimi golfini,calzoncini e babbucce attendevano il piccolo che sarebbe nato da lì a poco. Dava un po’ tristezza questo piccolo coprifasce fatto di lana scura, con il lurex, ma non avevano trovato di meglio. Il bimbo avrebbe trovato delle buone e generose vice-madri. Lo scoprì anche Mary quando vide la bella accoglienza da parte delle suore.
La messa di Natale
Se la cavò bene, sia nell'accompagnare i canti che nel seguire la cerimonia, entrando a suonare nel modo giusto ai cenni del celebrante. Al termine della messa di Natale le consegnarono un dono: una grande scatola di pralines al cioccolato accompagnava la busta con il compenso pattuito. Rientrò a casa fiera e felice per il compito svolto lietamente, il dono l’aveva gratificata. Il regalo e i soldi, nemmeno pochi, avevano dato senso a tutto ciò che aveva fatto fino a quel momento, al suo resistere alle pressioni dei familiari perchè non facesse altro che stare in casa ad aiutare nei lavori domestici, diventare una povera piccola stupida, senza carattere, nè personalità,nè cultura, obbedire...al servizio della famiglia. Era la condizione femminile del tempo. La paglia d’imballaggio.Mary non dimenticò di ringraziare Marina.Nella grande Chiesa di nuova costruzione, oramai svuotata dal pubblico di fedeli, si sentirono risuonare le ultime note dell’organo,dolcissime e imponenti a un tempo, i registri chiusi, le luci spente, finalmente le due amiche si incontrarono davanti a Gesù Bambino appena nato, nudo sulla paglia, secondo la tradizione inventata da Francesco d'Assisi. Si avvicinò anche il parroco.“Mi dica, Don Giuseppe, da dove viene questa paglia così particolare?” “Non mi dirai che non l'hai mai vista. E’ una cosa banale, non è che l'imballaggio delle casse di champagne, non la conosci?” Si meravigliò il parroco. Si era in una zona della città evidentemente molto ricca, malgrado il vecchio gruppo di case di via Orti, via famosa per il suo squallore, allora composta da edifici fatiscenti con il balcone a ringhiera. Ogni porta un locale, ogni locale una famiglia...
Gesù Bambino guardò Marinella e sorrise, almeno osì sembrò alle due ragazze. Marina rimase assorta,perplessa. Aveva da poco perso il padre, unico sostegno della famiglia e si guadagnava da vivere,per sé e per sua mamma, suonando in Chiesa, ai matrimoni, accompagnando le orchestrine nei festival dell’Unità, dando lezioni di pianoforte e continuando a frequentare la Scuola Civica per ottenere il diploma. Non solo non aveva mai visto, come la sua amica, una cassa di champagne, ma nemmeno una bottiglia, nemmeno un bicchiere!!!! Gesù Bambino sembrò leggere nei suoi pensieri e le sorrise ancora più dolcemente, cullato dalle gialle canne di paglia della cassa di champagne, in fondo anche lui non era avvolto altro che in paglia di imballaggio, sia pure di bottiglie di champagne. Mise il ditino in bocca e si addormentò.
Edited by - Elena Fiorentini on 25/12/2004 01:32:20
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Racconti sotto l'albero - 3
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